«Cercavo funghi, poi ho visto i lupi: ho reagito e sono riuscito a farli scappare»

Sabato 31 Ottobre 2020 di Federica Fant
Francesco Montagnese, incontro ravvicinato con i lupi nel Bellunese
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FELTRE/ARSIÈ - Va a funghi e si trova due lupi alle spalle. È accaduto a Cima Campo, in comune di Arsiè, nei giorni scorsi. A raccontare l'accaduto è Francesco Montagnese, 60 anni di Feltre, titolare di Top Green, un'azienda di manutenzione di giardini, vendita fiori recisi, piante da interno ed esterno. 


LA TESTIMONIANZA

«Quella mattina ero a funghi a Cima Campo racconta Montagnese ed erano circa le 6.30 quando ho sentito dietro di me come un vuoto d'aria: mi volto e vedo davanti a me due lupi che mi camminano incontro. Saranno stati a circa tre metri di distanza. Ho urlato e questo è bastato per farli deviare ed andare dagli altri componenti del branco, che erano molto vicini, dal momento che i ho sentiti camminare sopra le foglie».

L'uomo non aveva un cane e questo è stato senza dubbio una circostanza a suo favore, anche se spiega «quando ho sentito la polizia provinciale mi hanno rassicurato sul fatto che il lupo non attacca l'uomo». «Certo che il mio pensiero prosegue Francesco Montagnese è stato quello che non avrei fatto in tempo nemmeno a salire su un albero. Una brutta esperienza, ho preso tanta paura». 


LA PROTESTA

Montagnese che è anche il presidente della sezione dei florovivaisti di Confagricoltura Belluno sottolinea: «Anche in sede di Confagricoltura ha sempre sostenuto che il territorio di Belluno non è idoneo al lupo per vari motivi. Le zone alpine non sono aree che possono ospitare il lupo. Questo per non rompere equilibri molto delicati anche all'interno del Parco nazionale delle Dolomiti bellunesi, ma anche a tutela delle nostre tradizioni. Il lupo arriva nel 40% delle aziende o hobbisti che tengono animali come pecore, asini, capre. Piccole fattorie, magari anche a conduzione famigliare che rappresentano, per tutto il bellunese, anche una sorta di didattica di vita. Da un lato in televisione assistiamo a pubblicità che mostrano il lupo con Cappuccetto rosso per far vendere più telefonini, dall'altra abbiamo il nonno che aveva le pecore che si ritrova a raccontare al nipotino che non le ha più perché le ha mangiate il lupo». 


I CONSIGLI

Ma cosa bisogna fare quando si incontra uno o più lupi? Lo spiega Franco De Bon, che oltre ad essere il consigliere delegato di Palazzo Piloni per la caccia e la pesca, è anche un esperto di flora e fauna avendo lavorato per anni in Provincia proprio su questo settore. «Premetto che la prima cosa da dire è il tema della convivenza - afferma -. Come ente Provincia stiamo procedendo col censimento dei lupi, all'esito di quello le autorità potranno fare delle considerazioni per prendere eventuali provvedimenti». De Bon rassicura che non ci sono casi di attacco all'uomo. «Questo perché - dice - non è dimostrato l'utilizzo dell'uomo come preda da parte del lupo, se non centinaia di anni fa quando di mandavano i bimbi con le greggi. Da quello che leggo e da quello che so non c'è nessuna necessità che il lupo attacchi l'uomo: non c'è competizione tra uomo e questo predatore. E gli animali ragionano in termini energetici: il lupo non spreca energie per l'uomo perché sa che l'ha sempre cacciato. Anche in centro Italia non ci sono casi di attacco. I predatori si dimensionano anche numericamente sulle prede, l'aquila depone due uova, che nascono in tempi diversi. Se nel territorio c'è cibo li fa sopravvive tutti, altrimenti uno muore». 


IL PRECEDENTE

Solo tre giorni fa a Villa di Villa il predatore è entrato in un recinto antilupo di Angelo e Carlo Zanella, che hanno una ventina di pecore per la pulizia dei prati. Ne ha uccise una decina. «Il recinto è alto 1 metro e 50, siamo in procinto di non tenerle più, perché si fa per passione. Mio padre le ha sempre avute racconta Carlo -, ci tengono puliti i prati, si lavora ma tanto se va così. Aspetteremo il risarcimento da parte della Regione».

Ultimo aggiornamento: 12:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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