BELLUNO - Il lupo vive bene nel bellunese, talmente bene che in poco tempo la sua presenza è aumentata. E di molto. Gli esperti della polizia provinciale, che monitorano il fenomeno, ipotizzano la presenza di ben 17 branchi; erano 5 o 6 appena due anni fa e mediamente ci sono da 4 a 6 capi in un branco. E se alle prime segnalazioni sul ritorno del grande predatore l'entusiasmo era quasi generale, ora il sentimento popolare è mutato: c'è preoccupazione e, fra gli operatori del mondo dell'allevamento, c'è un misto di rabbia e rassegnazione.
Branchi d lupi sulle montagne
Per inquadrare il fenomeno ci si deve attenere agli ultimi dati Ispra, l'Istituto superiore per la Protezione e la ricerca ambientale: 3300 sono i lupi stimati sul territorio nazionale: di questi 946 sulle Alpi e 266 nella zona orientale, compreso il Bellunese.
Colonie di lupi
Ancora Losso: «Alcune zone libere ci sono ancora e il lupo le potrebbe colonizzare, ma per la mia esperienza non credo che fra due anni i branchi raddoppieranno, penso che arriveremo a una ventina di branchi, numero questo che potrebbe stabilizzarsi. La biologia dei selvatici ci ha insegnato che non è facile fare previsioni, ci sono tanti fattori che incidono a cominciare dal cibo». Vero è che il territorio provinciale era vergine per i lupi che lo hanno scelto per la grande abbondanza di ungulati: «Cambiasse la situazione alimentare si potrebbe registrare fra qualche anno anche una loro diminuzione». Come spiega Franco De Bon consigliere provinciale con deleghe in materia: «Nel momento in cui gli agricoltori proteggono le mandrie, cervi e caprioli cominciano ad attivare difese che da cento anni avevano dimenticato e anche il lupo farà più fatica a nutrirsi e si dimensionerà al numero delle prede, da super predatore dovrà adattarsi a quanto avrà a disposizione». Servono 3 chilogrammi di carne al giorno per ogni capo e quindi, calcolando il numero di capi presenti, gli esperti della polizia provinciale possono tranquillamente affermare che «il lupo nel bellunese non si sostiene con le predazioni domestiche, questo è solo incidentale, prolifera perché c'è tanto nutrimento selvatico». Impossibile stabilire quanti selvatici abbia predato, il lupo è un opportunista: si nutre tanto di carogne e in estate soprattutto i cuccioli predano i topi.
Le prede dei lupi, quali sono
«Dal punto di vista ecologico porta benefici - De Bon - quest'anno ho visto cervi con palchi maestosi come non si vedevano da anni, capi che hanno raggiunto 10, 12 anni e questa è la prova di quanto selezioni positivamente il lupo che preda solo i fragili e permette alla specie di crescere meglio». E si ricorda come prima del ritorno del lupo a primavera si dovesse intervenire per tanti ungulati debilitati da parassiti: non ci sono più perché il lupo ha già predati. Questo non significa minimizzare i danni che provoca agli allevatori: «Con il lupo dobbiamo convivere, è un predatore che stabilizza l'ecosistema, ma è evidente che per le categorie più danneggiate, oltre all'appoggio economico servono altre misure; urge il piano di gestione e dove i sistemi ecologici non funzionano bisogna intervenire con la dissuasione, che funziona, e in casi estremi con la rimozione. Ma come lo devono stabilire gli esperti, di fatto serve una gestione più pragmatica».