Lorenzago, morto dopo la rapina: sentiti in caserma i clienti dell'unico bar che era aperto

Giovedì 9 Dicembre 2021 di Olivia Bonetti
Il giallo della rapina di Lorenzago: sentiti tutti i clienti dell'unico bar che era aperto quella notte

LORENZAGO - Era alto uno dei tre banditi che hanno assalito Angelo Mainardi, nella sua casa di Lorenzago, domenica. Molto alto. Una statura superiore alla norma: un uomo di almeno un metro e 90, italiano. È questo l’identikit che i carabinieri stanno sottoponendo alle tante persone che stanno sentendo in queste ore per risolvere il giallo della rapina. Un colpo avvenuto nella notte tra sabato e domenica, a seguito del quale l’anziano è morto per infarto dopo lo spavento. 

CACCIA A TESTIMONI
In caserma sono sfilati anche tutti i clienti del bar Cooperativa, il locale del centro del paese a due passi da via Riva teatro del colpo. La sera della rapina il bar è rimasto aperto fino alle 3 di notte, era l’unico posto in cui c’era movimento, ma nessuno sembra essersi accorto di nulla. E nessuno degli avventori corrisponde all’identikit: sono tutte persone del paese, habituè del locale, con stature nella norma. «Non c’erano estranei e non ho visto persone strane - conferma la titolare, Silvia Rizzo - è stata una serata come le altre c’era il solito gruppo affiatato: insomma, i nostri del paese, ci conosciamo tutti». Anche la barista domenica pomeriggio è stata chiamata in caserma per essere sentita. I militari hanno anche acquisito le immagini della videosorveglianza del locale: una telecamera di sicurezza che punta sulla cassa e che quindi non potrà essere di grande aiuto. 

I REPERTI
I carabinieri del Nucleo Investigativo del comando provinciale di Belluno, diretto dal comandante colonnello Marco Stabile, hanno acquisito alcuni reperti dalla casa teatro della rapina e sono all’attenzione degli investigatori. L’abitazione di via Riva, 190, dove nella notte tra sabato e domenica hanno fatto irruzione i tre malviventi incappucciati, è ancora sotto sequestro: nella sala da pranzo c’era il borsello da dove i banditi hanno preso i 200 euro, bottino del colpo. Anche su quell’oggetto sono in corso accertamenti e non è escluso il coinvolgimento del Ris, il Reparto investigazioni scientifiche dei carabinieri. Sulle altre cose portate via nei sacchi sigillati domenica vige il massimo riserbo: non si sa se all’interno della sala ci fossero altri oggetti utili alle indagini. L’unica certezza è che mancava la corda con cui è stato legato il pensionato, presa dai banditi in fuga.

L’INCHIESTA
La procura indaga per i reati di rapina, lesioni e morte come causa di altro reato contro ignoti.

E la sensazione è che, nonostante la descrizione data da Angelo, che dopo il colpo era lucido e ha raccontato tutto ai carabinieri, non ci sia ancora una pista chiara e nemmeno elementi certi che possano stringere il cerchio su qualcuno. È evidente che se ci fossero stati sarebbero già scattate le misure cautelari per evitare che i tre banditi, che senza pietà hanno rapinato l’anziano, possano tornare in azione. 

Ultimo aggiornamento: 12:10 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci