La lontra europea torna a Belluno dopo 60 anni. La prima foto scattata in Cadore

Mercoledì 18 Gennaio 2023 di Federica Fant
Un fotogramma del video che riprende la lontra europea in val d'Ansiei (Mirco Piccin per la polizia provinciale di Belluno)

BELLUNO - Dopo il ritorno di orsi e lupi, la comparsa e la riproduzione dello sciacallo dorato, in provincia di Belluno è stata fotografata anche una lontra europea. Una specie a rischio d’estinzione che però, dopo 60 anni senza alcuna traccia, sembra aver ritrovato un habitat in provincia di Belluno: in novembre erano stati ritrovati suoi escrementi lungo un torrente in val Digon, nell’Alto Comelico. Nella notte fra venerdì e sabato scorsi una fototrappola della polizia provinciale di Belluno ha ripreso un esemplare pr una ventina di secondi in val d’Ansiei, nella zona di Auronzo di Cadore.

Il consigliere provinciale delegato alla Gestione faunistica, Franco De Bon parla di una «certificazione importante della qualità dell’ambiente fluviale e delle acque». 

VENTI SECONDI
Una lontra che sguazza nelle acque del torrente Ansiei è stata fotografata (grazie alla fototrappola) nei giorni scorsi, nelle prime ore del 14 gennaio. Un video di una ventina di secondi riprende la scena dell’animale mentre passa dai sassi della sponda a una pozza d’acqua, in orario notturno. È la conferma della presenza del mustelide in provincia di Belluno. O meglio, dell’espansione nell’alto Bellunese di questo animale, di cui non si aveva traccia da più di mezzo secolo. A novembre infatti erano stati rinvenuti degli escrementi in Comelico, sulle sponde del torrente Digon. Si era trattato di una segnalazione diagnostica, in quanto le fatte della lontra sono ricoperte di una specie di gel, inequivocabilmente riconducibili a questo solo animale. Le analisi di laboratorio successive avevano confermato che si trattava di lontra europea. Ora le immagini della fototrappola - le prime immagini in assoluto di una lontra in provincia di Belluno - non fanno che certificare la presenza e l’espansione. 

L’ESPERTO
«Impossibile dirlo con assoluta certezza, ma con buona probabilità si tratta di una femmina o di un individuo giovane» spiega Michele Cassol, esperto faunista che insieme a Gabriele De Nadai e Luca Lapini ha pubblicato lo studio sul rinvenimento degli escrementi in Comelico, poche settimane fa. «E quasi sicuramente è un altro esemplare rispetto a quello di cui abbiamo certificato la presenza sul torrente Digon. Lo possiamo ipotizzare con un certo grado di sicurezza, perché la distanza tra il fototrappolaggio e le evidenze degli escrementi è di oltre 20 chilometri. Se questa ipotesi sarà confermata, potremo dire che la specie si sta espandendo e colonizzando il territorio». L’ufficio faunistico della Provincia ha installato diverse fototrappole, in tutta la zona dell’Ansiei, del Comelico. «Il monitoraggio continua, ma la scoperta, grazie a un’intuizione del nostro agente Mirco Piccin che ha posizionato nei posti giusti le fototrappole, è già di per sé eccezionale, perché certifica la qualità delle nostre acque e della gestione della pesca» commenta ancora De Bon.

L’AMBIENTE
«La cura dell’ambiente passa anche da una corretta integrazione e dalla sinergia dei vari attori sul territorio, compresi pescatori, agricoltori e cacciatori». Un territorio ricco di biodiversità, quello bellunese, testimoniato da numerose specie che, negli ultimi anni, vi hanno fatto ritorno. Pensiamo al lupo, che si avvicina sempre più alle abitazioni, o allo sciacallo dorato (un esemplare è annegato pochi giorni fa in un canale del comune di Feltre): in questo caso si tratta del primo ritrovamento, una specie nuova per il territorio bellunese.

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Ultimo aggiornamento: 17:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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