Scoperta una necropoli romana sotto la strada statale

Mercoledì 20 Luglio 2022 di Simone Tramontin
Uno dei preziosi reperti emersi durante i lavori lungo l'Alemagna

LONGARONE - A volte può succedere anche questo: che guardando al futuro, si riscopra il proprio passato. Non è filosofia, quanto piuttosto di ciò che è accaduto a Castellavazzo, in comune di Longarone: da mesi i cantieri stradali di Anas stanno aprendo la via - non solo metaforicamente - al futuro, quello delle Olimpiadi 2026; ma è bastato un colpo di ruspa che improvvisamente è tornata la luce sui resti di un’antica necropoli. Qualcosa di sorprendente: 16 tombe romane con i relativi corredi. A breve gli archeologi ne sapranno in più, ma quello che per il momento è già evidente è che la scoperta si può dire eclatante. I primi resti sono affiorati a metà giugno, in occasione degli scavi che Anas ha realizzato per costruire il tratto ciclabile e allargare la sede stradale, a sud del centro abitato: evidenze che gli esperti hanno subito interpretato come «un antico tracciato stradale in scaglie di pietra, di datazione ancora incerta» sul quale continuano le analisi specifiche.

Ma i ritrovamenti più consistenti sono avvenuti in località Crosta, dove è previsto un sottopasso. Qui la scoperta più clamorosa, appunto: quella della necropoli e delle sue 16 tombe. 


L’ANALISI
Il materiale archeologico rinvenuto rappresenta «un nuovo tassello che consentirà di cogliere meglio la lunga storia della media Valle del Piave». È questo il giudizio degli esperti della Soprintendenza che, in collaborazione con gli archeologi della società P.ET.R.A., stanno portando avanti ora le indagini. Sono rinvenimenti che hanno un «alto valore storico-archeologico, anche considerando l’ambito territoriale in cui si inseriscono, che già costituiva un passaggio obbligato per risalire la valle del Piave verso le aree più interne», di legge nella nota diffusa ieri dalla Soprintendenza. Il tema, infatti, non è nuovo e il dibattito storico sull’area è già vivace: Castellavazzo si poneva anticamente come crocevia nella viabilità militare dell’epoca romana e già in passato sono stati trovati reperti interessanti, oggi parte dell’“Expo archeologica” allestita nell’ex Municipio. 


LA NECROPOLI
Sono 16 le tombe che gli archeologi hanno dissotterrato. Il quadro che, stando ai primi risultati, gli stessi tecnici della Soprintendenza presentano è quello di «una necropoli nelle quali si ritrova sia il rito dell’incinerazione sia quello dell’inumazione». Il periodo sembra abbastanza chiaro: siamo in età romana. Sulla datazione delle sepolture si è proceduto osservando «delle monete e materiali di corredo destinati ad accompagnare i defunti nell’aldilà». I dati suggeriscono che si tratti di due diverse epoche distinte: «le tombe ad incinerazione sono collocabili tra il I e il II secolo d.C., mentre alcune inumazioni risultano più recenti, forse della fase tardo romana (IV secolo d.C.)». Il corpus dei ritrovamenti è ampio e il lavoro nei prossimi mesi non mancherà di certo agli esperti. Per il momento, gli archeologi hanno portato in superficie alcuni oggetti e hanno raccolto diversi dati. «Le sepolture ad incinerazione sono in semplice fossa - spiega la Soprintendenza -, ovvero i resti combusti del defunto e del corredo non erano contenuti all’interno di recipienti (ossuari). Solo in un caso si è riscontrata la presenza di un recipiente in terracotta con funzione di ossuario/cinerario, a sua volta protetto riutilizzando parte di un’anfora». 


LA COLLABORAZIONE
I lavori di analisi dei reperti sono avvenuti in tempi piuttosto rapidi. A confermarlo Anas, che sottolinea come ci sia stata un’ottima collaborazione tra le parti, con l’obiettivo di ridurre al minimo i tempi delle valutazioni, per le quali sono state messe in particolari tecniche: «Un paio di tombe ad incinerazione particolarmente delicate, sono state prelevate “in blocco” - affermano gli esperti -, per poterle sottoporre a scavo in laboratorio». Questo procedimento ha garantito «un’azione sistematica di raccordo tra committenza, ditte esecutrici e istituzioni coinvolte, finalizzata a conciliare i tempi e le esigenze del cantiere stradale con quelli della rigorosa indagine archeologica stratigrafica, minimizzando al contempo - per quanto possibile - i disagi per i cittadini».

Ultimo aggiornamento: 17:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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