Ente Fiera fatturato giù del 35%, lo Statuto prepara il ritiro del socio pubblico

Domenica 29 Novembre 2020 di Lauredana Marsiglia
La fiera Arredamont rischia di saltare ancora se il Dpcm in vigore dovesse essere confermato così com'è

BELLUNO - Longarone Fiere si rinnova e, in adempimento della legge Madia (governo Renzi) prepara il terreno per un ritiro della parte pubblica, che attualmente controlla il 71% del pacchetto societario, per cederla ai privati oggi fermi al 29. Cadrà anche il vincolo che fissa nel 30 per cento massimo le quote detenute da un socio. Gli interessati sembrano non mancare, ma il momento storico che l’economica sta vivendo, a causa di una gestione Covid che ha congelato il mondo del lavoro esponendolo ad un futuro che rischia di essere devastante, non lascia intravedere immediati passaggi di mano.
ALTRI 30 ANNI DI VITA
L’argomento sarà al centro del consiglio provinciale convocato per lunedì alle 11.30, quando si procederà con la revisione dello Statuto, recependo non solo le direttive della “Madia”, ma anche e soprattutto rinnovando la vita della società a responsabilità limitata in scadenza proprio il 31 dicembre prossimo. Nato nel 1970, l’ente fiera metterà in agenda altri trent’anni di vita, aggiornando le proprie finalità statutarie ad una realtà profondamente mutata nei decenni.
FATTURATO GIÙ DEL 35%
Nel frattempo, lo scenario di Longarone Fiere srl resta pesante, anche se, rispetto a realtà più grosse, nell’anno in corso, è riuscita a contenere la perdita di fatturato, solitamente pari a 2 milioni 200 mila euro, del 35 per cento. Poco se si pensa che Verona è scesa dell’80. Il blocco del comparto fieristico, trattato alla stessa stregua di feste e sagre, come ci tiene a precisare con rabbia il presidente Gian Angelo Bellati, presenterà il conto il prossimo anno e rischia di essere estremamente salato. «Specie se saremo costretti a rinviare di nuovo Arredamont - afferma Bellati -, evento che avevamo spostato in cinque giornate a ridosso del Natale. Se il Dpcm in vigore fino al 3 dicembre sarà confermato così com’è saremo costretti ad anullarlo. Siamo in attesa di capire. Ma temo che se anche le piste resteranno chiuse non ci saranno spiragli nemmeno per le fiere. Questo Governo si sta assumendo delle responsabilità pesantissime. Continuando così faremo saltare l’economia e di conseguenza salterà anche il sistema sanitario perché non ci saranno più soldi. Non si possono disgiungere i due argomenti».
Quest’anno, tuttavia, spiega ancora il presidente, Longarone Fiere è riuscita comunque a proporre tre eventi: Ricostruire, Fiera dei rettili e delle foreste e Dolomitishow.
TRE EVENTI ANDATI BENE
«E dobbiamo anche dire - prosegue Bellati - che sono andate anche meglio degli anni scorsi. Noi, a differenza di enti fieristici più grandi, abbiamo dalla nostra la “forza” di avere meno personale e quindi di dover sopportare meno uscite compensando in parte le minori entrate. Ma se si va avanti con queste regole allora rischiamo di perdere il cento per cento».
PROPULSORI DELL’ECONOMIA
Eppure le fiere restano uno straordinario propulsore dell’economia. «Basterà pensare - spiega Bellati - che ogni milione investito ne mette in moto dieci. Per questo il Governo non può continuare a trattarci come una festa privata o una sagra. Noi chiediamo allo Stato di ricordarsi di questo comparto che è un grande motore del sistema economico».
Sul fronte dei ristori, gli incassi, dice il presidente si sono fermati a «qualche decina di migliaia di euro, che sono praticamente aria fresca. Servono solo a posticipare i problemi al prossimo anno, quando tireremo le somme di questa gestione disastrosa».
L’ASSETTO SOCIETARIO
Attualmente l’Ente fiera è partecipato da Provincia, Comune e Pro loco di Longarone, Camera di commercio e Unione Montana Longaronese-Zoldo-Cadore per la parte pubblica (71 per cento) e Associazioni di categoria e Uniteis per la restante quota. «La legge Madia - spiega ancora Bellati - prevede un progressivo ritiro degli enti pubblici dalle attuali partecipate, salvo da quelle definite a rilevanza strategia. Un’affermazione alquanto generica, perché chi stabilisce la soglia di tale rilevanza? Del resto dal Governo Renzi e dalla sua maestra giuridica abbiamo ereditato una serie di disastri».
Della riforma, tuttavia, Bellati condivide una maggiore apertura ai privati. Ma oltre a questo c’è solo rabbia.
 

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