Disegni dei bimbi tappezzano la scuola: «No alla didattica a distanza»

Martedì 16 Marzo 2021
Ieri la protesta dei bimbi a Longarone
2

LA PROTESTA LONGARONE «I bambini delle scuole di Longarone sono stati bravi. E qual è stato il premio per loro? Scuole chiuse e didattica a distanza!» Organizzata in fretta e furia, è scattata ieri pomeriggio la protesta dei piccoli della scuola Primaria del centro di Longarone, quella che si trova proprio davanti al Municipio. E con loro anche i genitori. «Purtroppo abbiamo avuto poco tempo per organizzarci – spiega Martina, una mamma – e alle 17, quando ci siamo dati appuntamento, eravamo solo una quindicina». Ed altrettanti sono i disegni appesi all’esterno della scuola “Bambini del Vajont” che si trova nel centro del paese, proprio di fronte al Municipio. Ma dal palazzo nessun è sceso in piazza. L’appuntamento era stato fissato nel pomeriggio, perché prima molti genitori erano al lavoro. E questo è uno degli effetti collaterali della Didattica a distanza: genitori al lavoro e figli affidati ad altri. Non certo, soprattutto i più piccoli, lasciati a casa da soli. «LA LIBERTÀ» «L’iniziativa è partita da un altro papà – spiega Martina – e se devo essere sincera mi sarei aspettata un’adesione maggiore. Però riconosco che se c’è stata una pecca nella nostra azione, è che abbiamo avuto poco tempo per organizzarla. Se avessimo avuto più giorni a disposizione, forse la protesta sarebbe anche potuta riuscire meglio». Ma in realtà anche all’esterno della Primaria di Castellavazzo sono comparsi alcuni disegni ed uno striscione con scritto “Libertà”. Ad appenderli gli stessi bambini che, arrivati davanti alla loro scuola che ospita le cinque classi della Primaria Bambini del Vajont, prima hanno fatto gli attacchini e poi. Felici di vedersi, hanno subito cominciato a giocare. E quello della libertà è stato il motivo unificante dei disegni dei bambini: «I bambini hanno fatto disegni su questo tema. E attraverso questa iniziativa noi abbiamo voluto insegnare loro che è giusto rispettare le regole, ma non a testa bassa. Perché in questo caso riteniamo che questa restrizione non sia né giustificata né giusta». Se poi si fa osservare alla mamma che la curva del contagio è in crescita, risponde: «Capisco i rischi per una grande città, ma per un paese piccolo come Longarone dove in questo momento in nessuna classe dell’Istituto Comprensivo vi è alcun contagio, allora non capisco e non condivido. Sono stati bravi i bambini dell’Infanzia di Longarone e di Castelavazzo; quelli della Primaria del capoluogo e sempre di Castellavazzo ed infine anche quelli delle scuole medie Gonzaga, in zona Malcolm. Ed il premio? Chiudono le scuole». I genitori non sanno quale eco avrà la loro protesta: «Chissà se servirà a qualcosa – continua la signora Martina – o forse la nostra voce potrebbe arrivare davvero sino a chi conta. Per il momento ci basta far sapere che qui, a Longarone, siamo contrari a questo provvedimento. Ma non è escluso che in futuro, per essere sicuri che il nostro grido di protesta sia sentito ed ascoltato, potremo riproporci in altro modo». I NUMERI In provincia di Belluno la nuova fase di Dad è iniziata sabato. E fatta eccezione per gli studenti che a scuola godono dell’aiuto dell’insegnante di sostegno e per i laboratori, essa coinvolge tutti. Nel territorio che fa riferimento all’Ufficio scolastico territoriale di Belluno, gli studenti coinvolti sono dunque 22.994. Così distribuiti: 2.501 sono i piccolissimi della scuola dell’Infanzia; 7.461 quelli del ciclo della scuola Primaria; 5.075 i ragazzi della scuola Secondaria di I grado, cioè la scuola media; 7.957 quelli della scuola Secondaria di II grado, cioè le Superiori. E nel corso del presente anno scolastico, solo questi ultimi, cioè l’esercito dei più grandi, si era misurato con le difficoltà della Dad. Ora, invece, coinvolge davvero tutti. Giovanni Santin © RIPRODUZIONE RISERVATA

Ultimo aggiornamento: 08:14 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci