Longarone com'era (prima del Vajont), pochi attimi prima di sparire per sempre

Martedì 25 Aprile 2023 di Lauredana Marsiglia
Longarone com'era (prima del Vajont)

LONGARONE (BELLUNO) - Cancellato dalla faccia della terra da un’onda alta settanta metri, la cui forza avvolse a gomitolo anche i binari della ferrovia, il vecchio centro di Longarone riaffiora grazie ad un video in 3D realizzato Alberto Bidinot, di Azzano Decimo (Pordenone).

Un tour virtuale tra case e palazzi di una piazza Margherita rimasta impressa solo in una manciata di vecchie fotografie rinvenute a stento frugando su internet e chiedendo supporto ai longaronesi sopravvissuti o superstiti. 


50 ORE DI LAVORO
Un lavoro certosino durato oltre 50 ore, creato per celebrare il sessantesimo anniversario di una catastrofe colposa che continua a colpire le coscienze con la stessa forza con cui la sera del 9 ottobre 1963 ridusse in polvere Longarone e parte di Erto e Casso. Dalla diga si alzò la gigantesca onda, spinta fuori dalla frana del monte Toc che si tuffò a tutta velocità nell’invaso. Un forte vento anticipò di poco lo tsunami che poi uccise 1910 persone. Cambiando la storia di una comunità operosa per scrivere quella moderna del profitto a scapito dell’uomo. Tutti sapevano che sarebbe accaduto, ma Sade doveva vendere la diga all’Enel, non c’erano margini per “falsi” allarmismi.


L’OMAGGIO
Una tragedia annunciata, come ha voluto ricordare lo stesso Bidinot, inserendo nel video una pagina di giornale che i “visitatori” potranno vedere affissa alla colonna di un portico. Poco lontano ha voluto inserire, sfruttando la licenza creativa, un manifesto di Tina Merlin, giornalista che denunciò inascoltata l’imminenza del disastro.


IL RACCONTO ISPIRATORE
Alberto Bidinot, che ha al suo attivo già tante altre creazioni virtuali di città, non era nato al tempo del Vajont. «Ho 37 anni - racconta - e ricordo che l’interesse per quanto avvenne scattò in me ascoltando “Il racconto del Vajont” di Marco Paolini. Ne rimasi affascinato e cominciai a cercare altre informazioni. L’idea di ricreare il centro storico di Longarone coincide con il 60esimo del disastro e avrei voluto farlo uscire per l’esatta ricorrenza, ma visto che l’avevo già finito ho deciso di pubblicarlo ugualmente sulla mia pagina facebook Rebricked».


LA RICERCA
Ricostruire la vecchia Longarone non è stato facile. «Mi servivano le foto di tutti i lati della piazza - spiega Bidinot, artista multimediale per hobby e infermiere di professione -. Sono riuscito a trovarle un po’ su internet un po’ chiedendo aiuto ad un gruppo di Longarone. Anche la pagina di giornale l’ho presa da internet». Il filmato, intanto, ha già registrato 12mila visualizzazioni in pochi giorni.
Ma se tutto sembra perfetto, qualcosa non torna esattamente, come ad esempio le auto parcheggiate nel piazzale, come la Fiat Ritmo nata negli anni Ottanta. Anche le montagne circostanti non sono corrispondenti al reale, ma come spiega Alberto «per fare tutto ci vuole tempo».


UN PEZZO DI STORIA
I programmi per resuscitare la piazza sono stati SketchUp per modellare gli edifici, Twinmotion per il rendering, e Wondershare Filmora per editare il video. Ma soprattutto ci è voluto tanto tempo e tanta passione. L’opera è sicuramente un pezzo di quella memoria che a fatica le varie amministrazioni comunali susseguitesi dopo il Vajont hanno cercato di rimettere assieme, ridando un volto a quella comunità cancellata in pochi istanti.
E proprio perché di Longarone non c’era più traccia, nel film Vajont, uscito nel 2001, il regista Renzo Martinelli fu costretto a scegliere Ceneda di Vittorio Veneto come location per ricostruire le scene di paese.


COMMENTI
Tanti i commenti positivi per questo filmato che restituisce un pezzo di storia. In molti apprezzano il calore e la bellezza di quella piazza vissuta, figlia di tante generazioni. «Era molto carino post costruzione - scrive Marina -. Ora è un paese senz’anima. Chi ha scelto di farlo togliendo 50 anni ha tolto di nuovo ricordi e vita».

Ultimo aggiornamento: 18:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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