Quel Bistrò che ha deciso di boicottare il Mondiale in Qatar: ​«Non accenderemo alcun maxischermo»

Domenica 20 Novembre 2022 di Andrea Ciprian
Luigi Povia, titolare insieme al socio Gabriele Dona' del Bistro' Bembo in centro a Belluno
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BELLUNO - «Non accenderemo alcun maxischermo. Abbiamo deciso di boicottare il Mondiale in Qatar per la questione delle violazioni dei diritti umani in quel paese. Di questa scelta siamo convintissimi»: Luigi Povia, titolare insieme al socio Gabriele Donà del Bistrò Bembo in centro a Belluno, è categorico: per la prima volta nel suo locale non si potrà assistere alle gare di un importante evento sportivo.

LA SCELTA

«È una decisione che abbiamo preso senza neanche pensarci troppo - dice il ristoratore perché sono palesi le contraddizioni che caratterizzano questa edizione dei campionati mondiali di calcio.

Certo, ci dispiace rinunciare a fornire un servizio che parte delle clientela potrebbe gradire. Riflettendo però con il mio socio e con i ragazzi dello staff, ci siamo trovati concordi nell'evitare di far vedere le partite: non allestiremo nulla, nemmeno per gli incontri più importanti come la finale». Si potrebbe obiettare che prendere una decisione del genere sia più facile non giocando l'Italia, ma Povia ha pronta la replica: «Intanto mi verrebbe da dire che il fatto che la nostra nazionale non partecipi a questo Mondiale, da un certo punto di vista è positivo. Almeno l'eliminazione ci eviterà di essere tra i protagonisti dell'edizione più controversa e discussa di sempre. Poi, davvero, ne facciamo una questione di coerenza: non troviamo affatto giusto dare spazio a un evento che ci appare una farsa più che una competizione sportiva. Mi riferisco a fatti e a situazioni ormai notissimi, come gli almeno 6.500 lavoratori stranieri morti dopo essere stati sfruttati nella costruzione degli stadi e delle altre infrastrutture, le gravi accuse di corruzione mosse nei confronti dei rappresentati del Qatar e dei funzionari Fifa per l'assegnazione dei campionati mondiali e il tema dei diritti umani in generale, con un riferimento particolare a quelli delle donne e della comunità Lgbtq+. Diritti totalmente calpestati in un paese dove l'omosessualità è considerata illegale e definita solo pochi giorni fa un danno psichico da uno stesso ambasciatore qatariota dei mondiali. Quindi, il fatto che non giochi l'Italia non è stato determinate nella nostra decisione di non far vedere le partite. Purtroppo gli azzurri non parteciparono neppure ai mondiali in Russia del 2018, ma allora ci organizzammo comunque per consentire ai clienti di godersi l'evento. Era estate e sfruttammo gli spazi di Lambioi Beach che gestivamo noi direttamente: il riscontro fu molto buono, anche senza la nostra nazionale in campo. D'altronde la presenza di turisti stranieri in città è cresciuta e comunque le grandi sfide attirano sempre l'attenzione degli sportivi, seppur non giochi la squadra del cuore. Chi vorrà vedersi le partite di questi mondiali magari andrà altrove. Pazienza: a noi va bene così perché non ne abbiamo fatto una questione economica».

IL PRECEDENTE

Agli ultimi Europei, l'Italia invece partecipò e vinse con le sale e il dehors del Bistrò Bembo presi regolarmente d'assalto dai tifosi desiderosi di vivere in compagnia le emozionanti notti magiche. «Era stato un successone sottolinea Povia -. In quell'occasione sì ci attrezzammo per dare il miglior servizio possibile alla clientela aprendo al pubblico, oltre alla corte esterna, anche la terrazza che di solito riserviamo agli eventi. Le prenotazioni fioccavano e a tantissima gente dovemmo dire che non c'era posto». Povia conclude con una puntualizzazione: «Questa è stata la nostra scelta, frutto di valutazioni del tutto personali. Capisco la posizione dei colleghi che invece agiranno in modo diverso, magari perché il loro locale, a differenza del nostro, è organizzato per far vedere tutto l'anno le partite, anche quelle di campionato o le coppe europee».

Ultimo aggiornamento: 21 Novembre, 10:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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