Litiga e investe il motociclista. Poi lo denuncia, a processo

Mercoledì 21 Ottobre 2020
Litiga e investe il motociclista. Poi lo denuncia, a processo (Foto di Free-Photos da Pixabay)
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BELLUNO Da una parte c'è un motociclista di 39 anni, agente di polizia penitenziaria, che afferma di esser stato investito e quasi ucciso. Dall'altra un automobilista di 80, pensionato, che racconta di esser stato fermato contro la sua volontà e quindi di aver subito un torto.

In mezzo ci sono le prove raccolte e soprattutto le quattro perizie che dovranno far luce su quanto accaduto.

Perché i due si sono querelati facendo partire tre procedimenti diversi: due in ambito penale e uno in civile. La storia ha inizio un giorno di agosto di tre anni fa. L'anziano sta guidando la sua auto nei pressi della rotonda di Col Cavalier a Belluno. Vede due moto e le supera. Lo spazio glielo permette. Durante il sorpasso, però, il motocilista viene urtato (o così racconta). Qui c'è la prima crepa nella vicenda. Secondo il 39enne, difeso dall'avvocato Mazzoccoli, nasce una discussione in mezzo alla strada. Il motocilista chiama la polizia ma, con il telefono ancora all'orecchio, viene caricato sul cofano dal pensionato che ingrana la marcia e scappa.

L'uomo viene portato al Pronto soccorso di Belluno e dimesso con tre giorni di prognosi che, dopo la visita dal medico di base, oltrepasseranno i venti. Parte una querela per lesioni personali colpose (se ne sta discutendo davanti al giudice di pace). L'anziano, a sua volta, lo denuncia per violenza privata e danneggiamento. Quest'ultimo procedimento viene archiviato e ne nasce un terzo per calunnia: secondo la Procura il pensionato avrebbe mentito nella ricostruzione degli eventi calunniando in questo moto l'agente penitenziario. Ieri mattina, in tribunale a Belluno, l'anziano ha raccontato tutto di nuovo. Accanto a lui c'era l'avvocato Luca Dalle Mule che non ha dubbi sull'innocenza del suo assistito. Secondo la difesa, a seguito del sorpasso, l'80enne è stato inseguito dal centauro che si è messo a urlare: «Ti arresto pazzo criminale», «Da qui non ti muovi» e «Sono un agente della questura mi devi ubbidire». Dopo averlo fermato, il 39enne ha chiamato la polizia. L'anziano è sceso dall'auto, ha chiesto spiegazioni, poi è risalito sul mezzo e ha provato ad allontanarsi. Ma l'agente ha tentato di fermarlo colpendo con un calcio la portiera del mezzo.

Le prove e le perizie. Sono state prodotte quattro perizie, tre in ambito medico e una in ambito informatico. Secondo l'avvocato Dalle Mule sarebbero chiare e a favore della difesa. «Escludono attraverso dati scientifici ha spiegato che i fatti siano andati come è stato riferito dal centauro. C'è un'incompatibilità tra quanto ha dichiarato e quello che è stato riscontrato in modo oggettivo». Partiamo dalle ferite. Nessuno dei medici, secondo la difesa, ha riscontrato che l'uomo sia stato caricato e trascinato dall'auto. Al pronto soccorso è stato dimesso con tre giorni di prognosi. Poi aumentati in modo misterioso a venti con l'aggiunta di escoriazioni che non sarebbero state refertate dal San Martino. Dubbi anche sull'investimento. Non è possibile, stando sempre alla ricostruzione effettuata dalla difesa, che l'uomo sia rimasto al telefono con la polizia mentre veniva caricato sul cofano e poi trascinato. A confermare il fatto ci sarebbe una foto scattata dall'amico del 39enne, anche lui in moto, che mostra la presunta vittima sopra l'auto dell'anziano. Ma si tratterebbe, secondo il perito informatico, di un'immagine modificata a computer. Se infatti tutti gli oggetti presenti nella foto hanno un'ombra, con una certa forma e direzione, l'uomo ne è sprovvisto e questo non è possibile. Prossima udienza mercoledì.
Davide Piol

Ultimo aggiornamento: 14:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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