Stalking e palpeggiamenti all'operaia: caporeparto a processo per violenza sessuale

Giovedì 10 Febbraio 2022 di Davide Piol
Stalking e abusi all'operaia: caporeparto licenziato e processato

LIMANA - «Fai la donna, le donne vogliono questo, ma che testa hai, cambia quella testa». Le parlava in questo modo quando provava a toccarla nelle parti intime e lei lo allontanava. Episodi sgradevoli che sarebbero capitati sia fuori casa sia al lavoro. F. B., 60enne residente in Borgo Valbelluna, era infatti il suo superiore alla Costan srl di Limana e capitava che la raggiungesse in ufficio per appoggiarsi su di lei, strusciarsi e toccarla. Il tribunale di Belluno, ieri mattina, ha fissato le udienze del procedimento che lo vedono imputato di stalking e violenza sessuale. Il processo entrerà nel vivo il 29 giugno quando saranno ascoltati i primi testi dell'accusa. 

LE ACCUSE
L’imputazione è lunga e puntellata da diversi episodi in cui l'imputato (avvocato Pierluigi Cesa) si sarebbe avvicinato alla donna (avvocato Enrico Rech) e l’avrebbe molestata, anche sessualmente. Secondo il pm l’imputato raggiungeva la 33enne nel suo ufficio – quando questa era da sola – e si appoggiava su di lei intrufolando le braccia tra il gomito e il seno per poi palparla. A volte sbucava all’improvviso. Nell’autunno 2018 ad esempio, mentre la donna si trovava in giardino, l’avrebbe uncinata al collo avvicinandola a sé con il braccio e provocandole un senso di soffocamento. Anche in quel caso ne avrebbe approfittato e le aveva toccato il seno con l’altra mano. Qualche mese dopo, nella primavera 2019, l’aveva sorpresa di nuovo alle spalle baciandola poi sulla bocca. Le incursioni dell'uomo avvenivano, secondo l’accusa, tutte nella stessa modalità: si avvicinava alla donna e cercava di toccarla ovunque, al seno, al sedere, alla zona vaginale. Questi episodi sarebbero durati per due anni, fino all’ottobre 2020, e la Procura gli contesta l’aggravante di aver commesso il fatto con abuso di relazioni d’ufficio (in qualità di suo superiore). 

STALKING E MESSAGGI
Le molestie, tuttavia, non erano soltanto fisiche. F.B. la tempestava di messaggi e si appostava sia sul luogo di lavoro sia sotto casa. Quando la incontrava partivano le offese e le volgarità. Tanti i messaggi whatsapp conservati dalla parte offesa e poi raccolti dagli inquirenti: «Ok porta il defibrillatore per noi e io porto il ...per te»; «Appena arriva l’occasione ti faccio provare qualcosa di nuovo»; «Sto ciucciando le crosticine e ...Mmmmmh». E ancora: «Apri le gambe», «immagina....», «ho guardato dalla finestra del bagno il tempo e ho visto una super gnocca... cosa fai da sola sotto al gazebo». Frasi che le avrebbe ripetuto di continuo, non solo tramite messaggi ma anche dal vivo. Si sarebbe avvicinato all’improvviso e quando le era abbastanza vicino avrebbe ripreso il solito ritornello con commenti a sfondo sessuale. Secondo la ricostruzione della Procura le avrebbe anche detto di vederla infelice e che doveva cambiare il modo di ragionare: «Devi stare ai miei giochi, se ti lasciassi andare ti divertiresti con me, non sai cosa ti farei». In un’occasione, dopo averla chiamata in modo insistente dalla cantina, l’avrebbe raggiunta in giardino e le avrebbe confidato di essersi masturbato guardandola di spalle.

L’INCUBO
Una situazione che avrebbe creato ansia e paura, nella parte offesa, tempestata di messaggi e appostamenti continui, tantoc che la 33enne aveva dovuto cambiare le proprie abitudini.

Quindi non uscire più in giardino e non farsi trovare in ufficio. Piccoli accorgimenti pur di non incontrarlo. Tuttavia, l'uomo avrenne continuato a molestarla e alla fine è scattata la denuncia alle forze dell’ordine. Nel frattempo, l’uomo è stato licenziato dall’azienda e rinviato a giudizio dal tribunale di Belluno per violenza sessuale e stalking. 

Ultimo aggiornamento: 08:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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