Esodo degli infermieri: «L'Usl ne cerca altri quaranta entro marzo»

Sabato 30 Gennaio 2021
Esodo degli infermieri: «L'Usl ne cerca altri quaranta entro marzo»

BELLUNO Quasi 150 infermieri, nei prossimi mesi, lasceranno le case di riposo. È una fuga di massa (lecita) verso gli ospedali.

Verso il pubblico. È una valanga che travolge e, questa volta, rischia di far collassare il servizio dedicato alle persone più fragili. Genitori, nonni, zii. Torna l'incubo più spaventoso per le rsa. No, non si tratta del covid-19. Ma del nuovo concorso pubblico che l'Usl 1 Dolomiti aprirà a breve. «Sicuramente entro marzo» confida Uil Fp. Sarà rivolto a infermieri e oss. I posti disponibili saranno circa 40 anche se «il fabbisogno reale è di circa 70».


NUOVO ESODO

Non è passato nemmeno un mese da quando l'azienda sanitaria ha comunicato che, a seguito del maxi concorso indetto da Azienda Zero, assumerà 103 infermieri. Nel frattempo il numero si è ridotto: 91. Il problema, però, è rimasto tale e quale. Anzi, è peggiorato perché ci saranno nuove assunzioni e, soprattutto, nuovi spostamenti dalle rsa agli ospedali. «I dirigenti, ben consapevoli del problema, si stanno impegnando a trovare delle soluzioni contrattuali specifica Uil Assunzione del dipendente e poi assegnazione temporanea in rsa di appartenenza fino a quando la struttura non avrà più problemi di organico». È quel quando che genera grandi punti di domanda. Perché di infermieri, in questo periodo, non c'è nemmeno l'ombra. È l'ennesima doccia fredda per le case di riposo.


PREOCCUPAZIONE

Ad esempio per la Sersa-Gaggia Lante di Belluno che era appena riuscita a scacciare il virus e che era pronte a ripartire più forte di prima. «Devo essere sincero: non ne sapevo nulla ammette l'amministratore unico di Sersa, Paolo Santesso L'azienda sanitaria, però, ci aveva detto che una volta esaurita l'assunzione dei 90 infermieri gliene sarebbero mancati altri 80». Soluzioni in vista non ce ne sono: «Le poche risorse che rimangono saranno litigate da una parte all'altra. E per un certo periodo è del tutto ragionevole che alcuni dovranno ridurre il numero di posti letto». L'incontro chiesto a gran voce dalle rsa bellunesi alla Regione è stato fatto ieri alla presenza anche dell'Usl 1 Dolomiti. «È positivo che qualcuno abbia preso l'iniziativa continua Santesso Sono state presentate diverse prospettive interessanti per il medio e lungo periodo». Come un maggior controllo, nel senso di sorveglianza, del funzionamento e dell'organico delle rsa da parte della sanità pubblica: «Per noi sarebbe importante. Perché ora come ora siamo dei privati in convenzione e nessuno risponde della nostra continuità». Tra le varie ipotesi anche l'inizio di un dialogo costante con Azienda Zero e l'impegno a partire con le specializzazioni per oss. «Soluzioni conclude Santesso che vanno benissimo ma che sono di troppo largo respiro. E di certo non possono essere la soluzione definitiva ai nostri problemi».


L'ACCORDO

Il tempo corre. Le posizioni dei 91 infermieri già prenotati dall'Usl 1 Dolomiti sono state congelate fino a marzo. Mese in cui, tra l'altro, si aprirà il concorso pubblico per altri 40 posti. «Noi sindacati stiamo monitorando scrupolosamente la situazione che al momento non è rosea fa sapere Uil Fp Ci si aspetta che a livello regionale vengano istituiti più corsi di laurea che diano accesso ad un numero ben maggiore di studenti in scienze infermieristiche rispetto ad oggi. Ma si parla di attendere parecchio tempo prima di avere un numero consistente di nuovi professionisti da assumere nel territorio». Quindi, secondo il sindacato, occorre migliorare la situazione all'interno delle strutture: «Ci auguriamo che le rsa con contratto meno appetibile della sanità pubblica ci vengano incontro, stipulando accordi sindacali migliorativi a livello welfare ed economico per fidelizzare il dipendente ed incentivarlo a rimanere in struttura a lungo termine». DP 

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