Licenziamento con un sms, all' ex Costan 112 lavoratori lasciati a casa

I sindacati denunciano il rifiuto di Epta a cercare soluzioni alternative al blocco

Venerdì 9 Dicembre 2022 di Federica Fant
La ex Costan di Limana
1

LIMANA (BELLUNO) - La crisi dei dipendenti interinali di Epta lascia l’amaro in bocca alle organizzazioni sindacali. In 112 su 253 non saranno più impiegati all’ex Costan di Limana. «E dietro i numeri ci sono le storie delle persone – spiega il segretario della Fiom Cgil, Stefano Bona -.

Le agenzie hanno mandato un messaggino per informarli che non saranno rinnovate le loro posizioni. Nessuno li ha convocati, gli unici che li hanno rincuorati sono i colleghi di lavoro che si sono dimostrati molto solidali».

Dipendenti licenziati con un sms

Bona ha ricevuto numerose telefonate dai lavoratori ai quali non è stato rinnovato il contratto in questi giorni, storie individuali che danno lo spaccato di come molte famiglie non passeranno un sereno Natale. Per un ragazzo molto volenteroso, indiano, quel lavoro era molto importante: era l’unico a lavorare in famiglia e per tenersi il posto, credendo che il merito valesse ancora qualcosa, si è sempre preso i turni di notte, non ha mai fatto un giorno di ferie o malattia. Per una ex dipendente dell’Acc «torna l’incubo che ho già vissuto». «C’è il lavoratore migrante che ha quasi raggiunto il traguardo dei 24 mesi (oltre il quale avrebbe dovuto essere assunto a tempo indeterminato) – spiega Stefano Bona – che non verrà rinnovato. E, nel suo caso, se non hai lavoro non hai il permesso di soggiorno. C’è un  kosovaro che ha 3 figli e l’affitto da pagare, ha lavorato sempre di notte senza malattia ed è l’unico non confermato. Dietro i numeri ci sono le storie di singole persone, che hanno dato dimostrazione di competenza e serietà senza poi ottenere nulla. Poco tempo fa un altro interinale è andato in azienda regolarmente a lavorare anche con ilgrave lutto della morte del padre, per dimostrare di tenere al posto».


Ex Costan, cosa dicono i sindacati


Il segretario della Fiom commenta quanto riferito dall’azienda: «Non c’è stato spazio ad altre soluzioni, come quelle prospettate da noi. Avevamo chiesto che ci fosse una cassa integrazione più lunga e più ampia che interessasse tutti. Ora invece ci saranno 112 persone cui l’occupazione non verrà rinnovata e, sempre secondo le intenzioni di Epta, sono in corso contatti con altre aziende per la loro ricollocazione. Il problema più consistente è che Epta ha fatto le sue valutazioni – prosegue Stefano Bona – ed è legittimo, ma il dato è che 112 persone rimarranno escluse, e molti erano lì da quasi due anni. Epta ha fatto i suoi calcoli, le sue previsioni e valutazione e ha deciso di tagliare i costi, e quindi tagliano i lavoratori. Dicono che c’è un interesse superiore, i 1050 lavoratori, ma vorrei vedere se gli azionisti hanno rinunciato a parte dei loro dividendi. Non fanno un ragionamento di carattere sociale, la proposta di fare la cassa integrazione non era compatibile per loro. E allora non ci sono buone relazioni con i sindacati perché le buone relazioni non si tengono in senso solo univoco».

Licenziamenti

Matteo Caregnato della Fim Cisl parla chiaro: «Abbiamo fatto proposte, al di là dei numeri, 112 persone rimarranno non confermate, 45 lavoratori saranno riassorbiti da altre aziende, non si può dire nulla. La questione è il numero che non viene prorogato ed è a fine capienza di contratto. Avevamo fatto un accordo che portava a 24 mesi il contratto a termine con la finalità della stabilizzazione, un accordo difficile da portare a casa. L’impegno ora è prolungare i contratti con impegno di stabilizzazione del lavoratore , è una cosa che vorremo fare oltre ad improntare un progetto di ricambio generazionale. A gennaio torniamo al tavolo, l’obiettivo è ridurre il numero di chi starà a casa».  

Ultimo aggiornamento: 10 Dicembre, 10:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci