Centralina da abbattere in Valsabbia: la Regione anticipa i soldi

Martedì 2 Agosto 2022 di Federica Fant
L’opera realizzata all’interno del Parco delle Dolomiti

SOSPIROLO - Iniziato il cantiere per smantellare la parte di centralina realizzata in Valle del Mis e il cui completamento venne bloccato dalla magistratura su ricorso degli ambientalisti. Sarà la Regione ad anticipare la somma necessaria, in attesa che Eva Valsabbia e la società l’Alpenbau di Terento contribuiscano secondo quanto stabilito nelle aule di giustizia. L’opera di ripristino sarà molto salata. Il sindaco di Sospirolo, Mario De Bon fa sapere che è il Genio Civile ad occuparsi del progetto definitivo. 


NON TUTTO DA DEMOLIRE
«In partenza - spiega De Bon - sarà la Regione a finanziare il ripristino per poi recuperare i soldi». C’è però una novità: «Provvedere al ripristino è molto oneroso, si è pensato di procedere per gradi. Lo si farà cercando di mantenere le opere che possono essere necessarie ai territori. Penso alla briglia sul territorio di Gosaldo, si sta valutando di tenerla per regimare le acque in caso di piena. In più c’è una struttura che avrebbe senso per evitare allagamenti». Sono ragionamenti in corso che vanno nella direzione dell’«abbattimento dei costi, sicuramente una demolizione pensata ci darebbe meno costi e probabilmente alcuni vantaggi» in tema di dissesto idrogeologico. 


DIECI ANNI DI CARTE BOLLATE
La Corte d’Appello aveva rigettato nelle settimane scorso il ricorso di Eva Valsabbia, che pretendeva di essere risarcita per non aver potuto proseguire l’opera dell’impianto idroelettrico, ma ora dovrà rifondere le spese a ciascuna parte in causa, oltre a provvedere al ripristino dei luoghi. Dopo dieci anni è stata scritta la parola “fine” ad una vicenda che ha coinvolto due comuni (Sospirolo e Gosaldo), il Parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi e la Regione. Ma nella vicenda legata alla centralina della valle del Mis erano intervenuti con decisione anche il Wwf e il Cai, oltre all’associazione Acqua bene comune, che avevano sollevato la questione di legittimità, portandola fino alla Corte Suprema. A seguito dell’annullamento da parte della Cassazione dei provvedimenti che avevano autorizzato la costruzione della centralina (con atti, a onor del vero, firmati dai comuni di Sospirolo e Gosaldo che speravano in qualche introito per incoraggiare il bilancio comunale), Eva Valsabbia ha lamentato di aver fatto un affidamento sui provvedimenti della Commissione Via della Regione Veneto e soprattutto su quelle dell’ente Parco e sulle convenzioni coi comuni. L’affidamento era basato sulla presenza di legittimità degli atti, su cui la società aveva riposto fiducia. E sulla quale aveva fatto la gettata di cemento e iniziato le opere della centralina. 


LO “SBAGLIO” DEI COMUNI
Tutto iniziò nel 2010 quando il Wwf e altre associazioni fecero ricorso al Tribunale superiore delle Acque pubbliche, che l’aveva rigettato. Il Wwf impugnò la sentenza in Cassazione il 7 marzo 2012. Il 23 aprile dello stesso anno Eva Valsabbia aveva avviato i lavori. Il 23 ottobre 2012 la Cassazione aveva cassato la sentenza del Tsap e i lavori erano stati bloccati. La società aveva dunque fatto causa agli enti perché il comportamento delle amministrazioni aveva «ingenerato in lei la convinzione che i provvedimenti rilasciati in suo favore fossero legittimi».

L’introito garantito dall’impianto sarebbe stato di quasi 30mila euro l’anno.

Ultimo aggiornamento: 07:41 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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