LAMON Quando Adriana Boldo parla del suo locale, il bar Miramonti di Lamon, la voce le trema. È una fetta della sua vita lungo 46 anni fatti dietro al banco. Quasi un figlio che ha contribuito a far nascere e che ha cresciuto con passione. Come sapranno i clienti più affezionati, il locale è chiuso dal 26 novembre. La proprietaria, contatto diretto di positivi, non ha avuto altra scelta che rimanere a casa in isolamento. Ciò che non è riuscita a rivelare ai suoi clienti è che la porta di quel bar non riaprirà mai più.
IL RACCONTO
«Non l'abbiamo detto a nessuno spiega Adriana .
LA LETTERA
«Carissimi tutti». È l'inizio della lettera che ha voluto dedicare ai suoi clienti. «Dopo 46 anni si legge nelle righe successive anche il mio bar ha abbassato la saracinesca. Con molta nostalgia chiudiamo un capitolo della storia del commercio di Lamon. Dopo la pensione ho continuato a lavorare spinta da una grande passione che non mi ha mai abbandonato. Se ci sono stati anni meno buoni, sono comunque inferiori a quelli andati bene e li ricordiamo tutti con molta serenità». Ora, però, è tempo di tirare le somme: «Non c'è ricambio generazionale, i nostri figli hanno preso strade diverse e a malincuore abbiamo deciso di chiudere». Il 26 novembre si è ammalato il marito di Adriana. Una grande stanchezza che ha portato entrambi a eseguire il tampone. Lui positivo. Lei negativa. Dopo qualche giorno è risultato positivo anche il figlio che vive con loro. «Ho ripetuto il tampone ma sono di nuovo negativa, non so come sia possibile spiega Adriana . A dire il vero sono contenta che sia andata così. Perché se avessi dovuto fare una serata di addio sarei crollata. Per me è molto difficile. Avevo 26 anni quando ho rilevato questo bar. Ho fatto una vita dietro il bancone, allevato figli e costruito la casa insieme a mio marito. Non rimpiango nulla».
I RICORDI
Il bar è un crocevia di storie, vite, sguardi. È un mondo che Adriana Boldo lascia con fatica ma anche con la consapevolezza che «è meglio smettere finché sto bene. I miei figli mi dicono di godermi la pensione ed è quello che farò. Il gioco non vale la candela. Cosa realizzerei in più se tenessi aperto ancora un anno? Nulla». Rimangono i ricordi. Dolorosi, forse, ma capaci di scaldare il cuore nelle giornate più fredde. «Mi vengono in mente le voci dei bambini racconta Adriana Vicino al bar c'erano le scuole medie e vedere queste flotte di bambini, al mattino, era pura gioia. Da me c'erano alcuni video-giochi e i flipper. Ho sempre pensato di tenere aperto fino all'inaugurazione della nuova scuola ma ho paura che passeranno troppi anni». Dal 26 novembre, quindi, il bar Miramonti è chiuso. Questa volta per sempre. La conclusione della lettera di Adriana Boldo è rivolta a coloro che in questi anni sono passati per il suo locale facendola sentire parte di una grande famiglia: «Desideriamo ringraziare tutti i nostri clienti. Non nascondo che al momento di lasciarvi il nostro animo è sinceramente commosso. Conserveremo sempre il ricordo di tutti voi e dei bei momenti passati insieme. Sarà proprio questo che accompagnerà con piacere i nostri giorni futuri. Un grazie sincero a tutti».