Addio Knapp, l'unico bellunese ad avere vinto una tappa al Giro

Domenica 21 Febbraio 2021 di Maurizio Ferin
Giovanni Knapp saluta il pubblico: qui siamo a Castion, 10 anni fa, nel 2011

Lutto nello sport per la morte di Giovanni Knapp, l'unico ciclista bellunese ad avere mai vinto una tappa al Giro d'Italia.

La scomparsa è avvenuta oggi, domenica, all'ospedale San Martino del capoluogo di provincia, dov'era ricoverato da un mese per i postumi di una caduta che gli aveva procurato lesioni anche alla testa. Nato a Belluno nel 1943 (l'Anconetta era il "suo" luogo natale, là dove sorge il ristorante Al Borgo), avrebbe compiuto 78 anni il prossimo 28 luglio. Gli avi erano austriaci, di Linz. Knapp iniziò a correre a 18 anni e dopo una brillante carriera giovanile (una quindicina di vittorie), passò professionista alla fine del 1965 e corse fino al 1967, anno in cui decise di appendere, letteralmente, la bici al chiodo. Poi si dedicò al lavoro di fotografo e, successivamente, complice il suo amore per la musica e in particolare per i Pink Floyd, decise di aprire un negozio di dischi. Negli ultimi anni si divertiva a lavorare sui campi di sua proprietà e a fare qualche gara con i cicloamatori. L'impresa per cui veniva sempre ricordato e di cui andava orgoglioso è la vittoria nella tappa del Giro d'Italia del 1966, con arrivo a Viareggio. Era il mese di maggio di 55 anni fa, la frazione una di quelle lunghissime, 242 chilometri, da Genova alla riviera toscana. All’arrivo dello stadio dei Pini si presentarono in due: il più giovane e meno accreditato, Knapp, bellunese purosangue, ebbe la meglio. E ancora oggi è l’unico ciclista della provincia ad aver vinto una tappa del Giro d’Italia. Come sempre, non esultò. Non lo ha mai fatto. In nessuna delle venti gare vinte (una da «pro», le altre da dilettante) ha alzato le braccia, non le ha mai tolte dal manubrio. «Andavo al massimo fino all’ultimo centimetro, pensavano non vedessi il traguardo». In quella edizione del Giro, c’era anche una tappa che si concludeva a Belluno. «Si partiva da Moena: il programma prevedeva Pordoi, Falzarego, Tre Croci e Duran. Poi si scendeva verso la mia città. All’inizio ero con i primi, sul Falzarego passai terzo, ma subito dopo Cortina, ebbi un guasto anomalo. Una cosa mai vista prima. Molto strano...». Sembra quasi che Giovanni avesse qualche sospetto. Un sabotaggio? Fino alla fine gli è stata vicino l'amatissima moglie Graziella (erano sposati da 50 anni), isontina di San Canzian.

Ultimo aggiornamento: 22 Febbraio, 08:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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