Ipertensione arteriosa, adesso la pressione si misura in montagna

Venerdì 15 Luglio 2022 di Marco Dibona
Ipertensione arteriosa, adesso la pressione si misura in montagna

CORTINA - Verificare la propria salute in montagna, e farlo in un rifugio alpino, durante una gita: è l'opportunità che gli escursionisti avranno per due giorni, domani e domenica grazie a una iniziativa congiunta, promossa dal Club alpino italiano, dalla Società italiana medicina di montagna, dalla Società italiana dell'ipertensione arteriosa e da altre istituzioni.

In provincia di Belluno l'Ulss 1 Dolomiti ha aderito a questo importante progetto scientifico, finalizzato soprattutto alla prevenzione dell'ipertensione in montagna.


IN PRIMA FILA
All'iniziativa partecipano cinque rifugi delle Dolomiti Ampezzane, nell'area del passo Falzarego e Cinque Torri: Col Gallina, Nuvolau, Scoiattoli, Lagazuoi, Lagazuoi Terrace. In ognuno di questi rifugi ci sarà una squadra di operatori sanitari che eseguirà, su base volontaria, la misurazione della pressione arteriosa e dell'ossigenazione del sangue, a favore degli escursionisti in arrivo. Sul sito Internet del Cai sono indicati i rifugi che aderiscono al progetto e le modalità di svolgimento dell'indagine sanitaria, che è comunque molto semplice e del tutto volontaria, basata sulla compilazione di un questionario e su alcune rilevazioni del personale presente in montagna.


LO SCENARIO
L'iniziativa si inserisce nel contesto delle molte azioni di promozione e di tutela della salute in territorio alpino che stanno accompagnando il grande successo della montagna come luogo di benessere. Tutto ciò ha un valore ancora maggiore quest'anno, mentre si osserva una crescente frequentazione delle terre alte, dopo due anni di difficoltà, per la pandemia Covid-19. Il progetto coinvolge complessivamente 57 rifugi, in undici regioni, fra Alpi e Appennini.
«Frequentare la montagna con responsabilità e consapevolezza significa anche prestare la massima attenzione alla propria salute, verificando le reazioni del proprio organismo, quando si sale di quota -dice Antonio Montani, presidente nazionale del Cai- In queste due giornate, i frequentatori dei rifugi potranno verificare, in modo semplice e rapido, la propria reazione all'esposizione a quote moderate o alte. Anche questa è prevenzione, un aspetto che vede il costante impegno del Cai, per sensibilizzare gli escursionisti a tenere comportamenti più idonei, per minimizzare il pericolo di incidenti in montagna». È costante, quasi quotidiana, la cronaca di interventi di soccorso, di squadre a terra oppure delle eliambulanze, per aiutare persone che manifestano malori, talora semplicemente sfinimento, durante un'escursione in montagna. Recenti studi dell'Istituto auxologico italiano e dell'Università Bicocca di Milano hanno dimostrato come la pressione arteriosa salga in modo significativo durante la permanenza a un'altitudine superiore a 2.500 metri, ma inizia a modificarsi anche ad altitudini più moderate, fra 1.800 e 2.000 metri.


I RISCHI
Questo si verifica in soggetti con normali valori di pressione, ma anche in soggetti affetti da ipertensione arteriosa, sollevando così la questione di come mantenere la pressione controllata anche quando si sale in quota, per gestire un approccio alla montagna che riduca i rischi per l'apparato cardiocircolatorio. Gli anni passati si svolse una iniziativa simile, voluta dall'ospedale di Cortina, con rilevazione dei parametri di pressione, battito cardiaco, ossigenazione, misurati al rifugio Dibona, a 2.000 metri, e poi al rifugio Giussani, sulla Tofana, dopo una salita di 600 metri di dislivello. In questa occasione, gli operatori del Dipartimento di prevenzione della Ulss 1 Dolomiti, presenti nei cinque rifugi delle Dolomiti Ampezzane, svolgeranno anche un'azione informativa e di sensibilizzazione sul melanoma, il tumore della pelle, nell'ambito della campagna preventiva avviata nei giorni scorsi nel nostro territorio.

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