Offese social agli abitanti di Rocca Pietore dopo Vaia: «Lazzaroni ed assistenzialisti». Turista condannata a pagare 11mila euro

Giovedì 23 Febbraio 2023 di Angela Pederiva
Offese social agli abitanti di Rocca Pietore dopo Vaia. Turista condannata a pagare 11mila euro

ROCCA PIETORE (BELLUNO) - All'inizio del 2019, Rocca Pietore si mostrava nel pieno della sua sofferenza, ferita dalla devastazione di Vaia di cui nell'autunno del 2018 era stata il simbolo. Ma agli occhi di una turista bresciana, i suoi abitanti apparivano «indegni ed indecenti», «lazzaroni ed assistenzialisti», «merde» con una «mentalità marcia». Per quelle offese postate su Facebook, in un crescendo di aggressività verbale che le è costato anche quattro processi penali (e due condanne in primo grado), ora la donna è stata condannata dal Tribunale civile di Belluno a risarcire il Comune con 11.000 euro, per la diffamazione aggravata della popolazione: «Un segnale forte ai leoni da tastiera che pensano di poter scrivere qualsiasi cosa sui social», commenta il sindaco Andrea De Bernardin.

 


L'ONORE


Secondo la sentenza, contro cui potrà essere proposto appello, Laura Internicola ha offeso l'onore della comunità locale, senza poter invocare alcun diritto di critica. «Non vi è verità del fatto, od interesse pubblico alla vicenda, che possa giustificare l'utilizzo di epiteti gravemente offensivi quali quelli utilizzati dalla convenuta, a maggior ragione laddove costei tenta di giustificare le proprie affermazioni sulla base del fatto che i danni arrecati dall'uragano Vaia non sarebbero stati ancora ripristinati (...), quando è notorio che quel territorio è stato particolarmente martoriato dal fenomeno», scrive il giudice Beniamino Margiotta.

Per il Tribunale, la 44enne era «consapevole della lesione all'altrui reputazione che si stava verificando a causa delle sue parole: basti pensare che pochi giorni dopo il post offensivo la medesima ha ben pensato di pubblicare una fotografia che la ritraeva sorridente davanti al bosco devastato dall'uragano Vaia». E su quell'immagine erano sovrimpresse, a caratteri cubitali, le parole «"Zaia vuole denunciarmi ma insulto ancora gli agordini", proprio a rimarcare semmai ve ne fosse bisogno la coscienza e volontarietà dell'azione di proferire insulti nei confronti delle popolazioni di quei luoghi, e la consapevolezza che tali azioni avrebbero potuto avere conseguenze legali». Il presidente della Regione aveva pubblicamente stigmatizzato gli insulti postati a commento dei Serrai di Sottoguda. «Non è difficile immaginare si legge nella sentenza lo sgomento e l'incredulità di questa gente, oltre alla preoccupazione che tali condotte possano compromettere i flussi turistici, loro principale fonte di reddito».


LA CONDANNA


Pensare che Internicola aveva chiesto i danni alla consigliera comunale che aveva segnalato il post, accusandola di aver violato il suo «diritto alla riservatezza». Istanza respinta, visto che il messaggio era accompagnato dal mappamondo, segno della sua visibilità a tutti. Ecco allora la condanna a 11.000 euro, più altri 3.000 di spese del giudizio, nonché alla rimozione del post e alla pubblicazione del dispositivo pure sul Gazzettino, considerata «la plausibile ed auspicabile efficacia deterrente» della misura in quanti «siano intenzionati a pubblicare post di odio tramite social network, dando fiato al fenomeno dei cd. "haters"». De Bernardin è abbastanza soddisfatto, anche se «probabilmente l'antico Tribunale della magnifica comunità di Rocca, di medieval memoria, sarebbe stato ancora più severo...».

Ultimo aggiornamento: 17:13 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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