Ex irriducibile: l'infermiere No Vax si vaccina e potrà tornare a lavorare in ospedale

Venerdì 10 Settembre 2021 di Davide Piol
Ex irriducibile, l'infermiere no vax ha cambiato idea
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BELLUNO - Un infermiere dell’Ulss Dolomiti, sospeso per aver rifiutato il vaccino anti-covid, si è pentito e ha fatto un passo indietro.

In altre parole, ha preso appuntamento in uno dei centri vaccinali sparsi sul territorio e si è vaccinato. Per la legge, ora, è in regola. Quindi potrà tornare presto in servizio. Sarà sufficiente presentare all’azienda sanitaria la certificazione riguardante l’esecuzione della prima dose di vaccino. Gli infermieri non vaccinati scendono così a 7 ma è possibile che altri decidano di seguire il suo esempio pur di tornare al lavoro. Al di là delle sospensioni, il rischio per i non vaccinati è di ammalarsi in modo grave e portarsi avanti complicanze che potrebbero essere risolte a monte tramite il vaccino.


IL DECESSO
Proprio ieri, al San Martino di Belluno, è morto un paziente non vaccinato che era stato ricoverato a seguito dell’infezione da covid-19. Il virus era stato sconfitto e il tampone era tornato negativo ma l’uomo ha dovuto fare i conti con le conseguenze della malattia. Quelle sono state più forti di lui e l’hanno debilitato a tal punto da non lasciargli scampo. C’è un’altra paziente, positiva e non vaccinata, che invece sta meglio.


LA DONNA INCINTA
Le condizioni della 37enne, alla 26esima settimana di gravidanza, sono migliorate. Dopo il ricovero in Terapia Intensiva a Belluno, la donna è stata trasferita al Ca’ Foncello di Treviso, in quanto centro di riferimento di terzo livello, per assicurare la massima sicurezza a lei e al bambino nel caso in cui fosse necessario un parto cesareo prima del termine fissato. Dall’infermiere no-vax pentito alla donna incinta ricoverata a Treviso. È la pandemia dei non vaccinati. Questo si avverte fuori ma soprattutto dentro gli ospedali dove la maggior parte dei pazienti positivi non ha ricevuto il vaccino. Attualmente, le persone ricoverate al San Martino di Belluno sono 11. Uno di questi è grave. Si tratta di un 66enne, non vaccinato, che la scorsa notte è stato spostato dalla Pneumologia alla Terapia Intensiva a causa di un peggioramento del quadro clinico. In area non critica rimangono invece 10 pazienti covid. Tre di 23, 52 e 82 anni si trovano in Pneumologia, gli altri sette di 48, 53, 60, 61, 90, 94, 99 anni in Malattie Infettive. Sul fronte epidemiologico sono stati scoperti 25 nuovi positivi, nelle ultime 24 ore, e il totale dei bellunesi con il virus è salito a 268. Per rallentare e arginare l’espandersi dei contagi servono comportamenti responsabili, alte coperture vaccinali per fasce d’età e controlli mirati nei confronti dei sanitari liberi professionisti che hanno rifiutato il vaccino, sono stati sospesi e continuano a esercitare con il rischio, nel caso di positività al covid-19, di infettare i pazienti.


I CONTROLLI DEI SOSPESI
«È uno dei temi caldi del momento – ha spiegato il presidente dell’Ordine dei medici e chirurgi di Belluno Stefano Capelli – Chi controlla queste persone? Chi paga in caso di possibile sinistro professionale o in caso di presunta trasmissione dell’infezione al paziente? Non certo l’assicurazione-RCT, in quanto sei sospeso e non puoi esercitare. È un rischio emergente, ignoto per dimensione, riguardante la categoria dei dentisti tanto per fare un esempio ma non è l’unico». Va bene, ma chi deve controllare i liberi professionisti sospesi? Per Capelli non è un compito che spetta all’Ordine (in altre province sono state istituite delle task force dedicate proprio al controllo dei no-vax). «Un compito investigativo del genere – continua il presidente dell’Ordine dei medici – è in capo all’autorità competente. Noi come Ordine, a fronte di eventuali segnalazioni che ci arrivassero, potremo solo segnalare all’autorità giudiziaria il possibile reato penale, al quale successivamente, valutati i fatti, potrebbe aggiungersi il provvedimento disciplinare».

Ultimo aggiornamento: 21:14 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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