Vaccini, a Belluno arrivano i Nas, l'Ulss rassicura: «Nessun furbetto»

Giovedì 1 Aprile 2021 di Davide Piol
La coda alla ex fabbrica Marangoni di Feltre

O Incursione dei Nas al dipartimento di Prevenzione. L’intervento è scattato martedì sera. A margine di una giornata complessa sul fronte della gestione della campagna vaccinale. I carabinieri del Nucleo antisofisticazione e sanità di Treviso, sulla base di un’inchiesta avviata a livello nazionale, hanno voluto esaminare la lista delle persone vaccinate quel giorno. Cioè martedì. E capire la tipologia di vaccino somministrato a ognuna di esse. L’obiettivo è quello di individuare la presenza di quelli che vengono etichettati come furbetti. Coloro che pensano di poter saltare la fila. Gli amici degli amici. “I parenti di”. È un’inchiesta nazionale, dicevamo, ed è quindi possibile che quella di martedì a Belluno sia solo la prima tappa di un percorso ben più ampio. Il dipartimento di Prevenzione ha fornito ai militari la lista di tutte le persone vaccinate quel giorno, circa 1800, e il tipo di vaccino somministrato.
LE RASSICURAZIONI
«Escludo categoricamente – ha spiegato il dottor Sandro Cinquetti nella conferenza stampa di ieri mattina – che si siano messe in coda persone “improprie”. Potrebbe esserci stato qualche studente di Medicina». Ma è capitato anche che si siano presentate persone che ritenevano di appartenere a una determinata categoria e che perciò volevano essere vaccinate: «Piuttosto che interrompere la fila per 20 minuti noi vacciniamo e andiamo avanti. È raro ma può accadere». Il dipartimento di Prevenzione possiede 4 liste di riservisti per i 4 drive in di Belluno, Tai di Cadore, Agordo, Feltre. Sono le persone che vengono chiamate nel caso in cui, a fine giornata, l’azienda sanitaria avanzi dosi di vaccino. Fanno parte di queste liste anziani ultra ottantenni e disabili. Ma siccome è difficile farli muovere in poco tempo, di solito l’Ulss ripiega sulle persone che sono classificate come riservisti senza priorità.
LE MODALITÀ
«Le possibilità sono due – ha chiarito il direttore del dipartimento di Prevenzione – O buttare il vaccino nel Cordevole o chiamare chiunque sia nella lista. Ma su duemila persone, 10 impropri (cioè persone senza priorità, ndr) è un dato irrilevante». Martedì si è verificato il problema opposto. Le dosi sono finite tutte e molte persone in fila sono state rimandate a casa. Ma ne erano arrivate molte più del previsto. Di nuovo.
GIORNATA DI DISAGI
«C’erano circa 10-15 pazienti per ogni medico di famiglia (in totale sono 140) – ha raccontato Cinquetti – In più avevamo aperto ai soggetti vulnerabili la cui gestione non è semplice». Ci sono delle tabelle ministeriali in cui la persona, dopo essersi auto-identificata nella fattispecie specifica, si prenota. L’accesso ai punti vaccinali è concesso anche ai conviventi, senza limiti. Queste due categorie, grandi anziani e soggetti vulnerabili insieme ai familiari, ha inceppato il sistema. Da oggi la prenotazione del vaccino passa in mano ad Azienda zero che ha attivato un portale apposito per ciascuna azienda sanitaria. Funzionerà come quello locale dell’Ulss Dolomiti che, nel frattempo, è stato disattivato. Potranno prenotarsi solo le categorie attualmente previste dal Piano vaccinale: over 80, 70-79, soggetti vulnerabili e disabili, accompagnatori. La disponibilità sarà condizionata dalle dosi disponibili.
LE SCORTE
Martedì ne sono arrivate 5.800 di Pfizer (di cui 4mila già accantonate per le seconde dosi).

Quelle di Moderna dovrebbero raggiungere Belluno in questi giorni. Mentre AstraZeneca ha già comunicato che ci saranno dei ritardi nella consegna del vaccino. Il focus dell’Ulss Dolomiti rimane sugli ultra ottantenni. Il 66% ha ricevuto almeno la prima dose e il 18% ha concluso il ciclo vaccinale: «All’appello ci mancano più di 5mila over 80 – ha specificato il direttore generale Maria Grazia Carraro – In parte sono già stati programmati. Contiamo di finirli entro l’8-9 di aprile che è anche l’ultima data di convocazione tramite lettera». Per quanto riguarda la categoria dei disabili (sono circa 1700) l’Ulss ne ha vaccinato il 51%. Quindi ne manca ancora la metà. Numeri che sembrano bassi ma che mantengono Belluno al primo posto, in Veneto, per dosi somministrate in rapporto agli abitanti.

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