Incidenti sulle piste da sci: arrivano i maestri

Lunedì 20 Gennaio 2020 di Marco Dibona
Sciatori in pista nel comprensorio delle Cinque Torri a Cortina: aumenta la sicurerzza per gli appassionati
In Italia c’è bisogno di una legge nazionale che normi l’attività dello sci non agonistico, per una maggiore sicurezza sulle piste. Per snellire la procedura, per arrivare ad una legge in tempi più brevi del consueto, si potrebbe fare riferimento alla prossima Legge Olimpica, che sarà varata per l’organizzazione dei Giochi invernali 2026. E’ uno dei temi emersi a Cortina, nella conferenza “La sicurezza in pista”, organizzata dalla onlus “Il sorriso di Matilde”, rappresentata da Elisabetta De Biaggio: «La tragedia che ci ha colpito, causata da un incidente in pista, ci ha spinto a sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della sicurezza, in particolare dei bambini. Questi incontri che proponiamo nelle diverse località in Italia vogliono raggiungere questo scopo». L’altro tema di grande rilevanza emerso dal confronto è l’opportunità di coinvolgere i maestri di sci, per renderli importanti collaboratori delle forze dell’ordine, nel controllo delle piste. Luigi Borgo, presidente del collegio Veneto, ha spiegato che una figura del genere già esiste in Valle d’Aosta, per una normativa regionale, che assegna ai maestri preposti a questo incarico una stella, da esporre sulla divisa. Un po’ come uno sceriffo. Al momento ogni regione ha la propria normativa, che talvolta non coincide con quella del territorio contermine, ingenerando confusione negli utenti. 
SPAZI PER BAMBINI
I politici che hanno partecipato all’incontro hanno assicurato il loro impegno: «Mi impegno a sposare la proposta di legge – ha detto Andrea Ruggieri di Forza Italia – anche se al momento siamo in minoranza. Fra i punti da inserire, vorrei vedere l’obbligo di portare il casco almeno sino a 18 anni, rispetto ai 14 attuali. C’è anche l’ipotesi di creare piste riservate ai bambini più piccoli, per dividerli dagli adulti». 
OCCASIONE A CINQUE CERCHI
Luca De Carlo, di Fratelli d’Italia, ha aggiunto: «Si potrebbe approfittare dell’occasione offerta dai Giochi olimpici in Italia per fare cultura dello sport, dello sci. Questo è uno dei temi trasversali alla parte politica, dove dovremmo essere tutti d’accordo, come per combattere gli ostacoli al volo. Oggi le piste sono molto frequentate, anche da gente che non è preparata. Si è alzata l’età di chi scia. Ci sono materiali che hanno determinato un aumento della velocità. Gli utenti delle piste arrivano talvolta da nazioni, come quelle dell’Est Europa, dove non c’è la preparazione necessaria». De Carlo ha aggiunto: «Si potrebbe legare questa tematica alla Legge Olimpica che andrà in approvazione presto, per disciplinare la sicurezza in un contesto in cui si organizzano i Giochi, così da sfruttare questa occasione. Mi impegno a sollecitare il collega Roger De Menech. A fine gennaio ci saranno gli stati generali Uncem: ne parlerò anche lì, come sindaco di Calalzo».
SKIAREE COME STRADE
Gli aspetti tecnici sono stati affrontati da Giovanni Alverà, presidente della scuola sci Cortina: «Le piste ormai sono equiparabili alle strade: per andarci bisogna sapere ciò che si fa. Lavorando nelle scuole riusciamo a formare i bambini. Ma in pista ci sono utenti che non hanno mai frequentato una scuola di sci». Di grande interesse l’intervento di Enrico Tarquinio Ricci commissario capo della Polizia di Stato, responsabile sicurezza e soccorso in montagna per Belluno, e Wendy Siorpaes della Polizia di Stato, già atleta della nazionale italiana di sci, oggi in servizio in divisa sulle piste: «Sarebbe opportuno creare piste dedicate ai bambini; questo li toglierebbe dal pericolo delle piste dove gli adulti corrono troppo. Noi agenti potremmo intervenire anche per sanzionare i comportamenti, persino ritirare lo skipass, su segnalazione dei maestri di sci, ma questo accade pochissimo».
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