Imbocca in bici il percorso pedonale: precipita dalle scale e muore. Identificato dopo ore: è un 60enne di Ponte

Martedì 15 Settembre 2020 di Olivia Bonetti
La vittima Aramando Urago
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PONTE NELLE ALPI Forse non si è accorto del segnale di divieto alle biciclette e ha imboccato quel percorso pedonale sul sovrappasso, in viale Cadore, all’altezza del concessionario Peugeot, pensando di essere protetto rispetto alla trafficata statale. In realtà ha scelto la via che lo ha portato dritto alla morte. Non si conoscono al momento le generalità del ciclista che ieri intorno alle 17 ha perso la vita su quel tracciato pedonale. Non sapeva che quella passerella, protetta da guard rail che delimita la statale, terminava con una rampa di 7 gradini.

È arrivato, forse a velocità, sentendosi al sicuro, pensando magari di essere su una pista ciclabile, ed è finito giù dalle scale perdendo il controllo della sua bici rossa e sbattendo la testa. L’uomo, Armando Urago 60 anni di Ponte nelle Alpi,  è morto sul colpo e inutili sono state le manovre di rianimazione tentate disperatamente da una mamma pontalpina che passava in quel momento. L’identità del deceduto è stata scoperta dopo ore. Sull’incidente e sulle ricerche della famiglia stanno lavorando gli uomini della polizia Stradale di Belluno, coordinati dal comandante Franco Fabbri, e intervenuti ieri con una pattuglia per i rilievi di legge. 



I SOCCORSI
L’incidente di bicicletta, che non ha coinvolto altri veicoli, ha avuto dei testimoni che hanno assistito alla tragica scena: nessun mistero quindi sulla dinamica. Il ciclista, che non indossava il casco (non richiesto comunque dalla legge), stava procedendo da Longarone in direzione del Bivio di Ponte sul cavalcavia quando, alla fine del percorso, è precipitato dalla rampa di scale e ha battuto la testa. Un impatto violentissimo che ha fratturato il cranio e non gli ha lasciato scampo. È rimasto esanime sulla strada in una pozza di sangue. Immediata la richiesta di aiuto partita dalle persone che hanno visto l’incidente. La donna ha iniziato le manovre rianimatorie, guidata dal 118 che ha inviato immediatamente i mezzi di soccorso. Ma è stato tutto inutile. 

LE INDAGINI
Intervenuti subito anche gli agenti della Stradale che hanno effettuato i rilievi e ricostruito l’accaduto. La bici è stata posta sotto sequestro per le eventuali indagini e gli agenti, in contatto con il magistrato di turno, il sostituto procuratore Simone Marcon, hanno dato il via libera alla rimozione della salma. È stata affidata al carro funebre e portata all’ospedale di Belluno, dove è a disposizione della magistratura. Oggi, 15 settembre, c'è stata l’indagine cadaverica esterna con accertamenti del medico autoptico. Sul luogo dell’incidente anche i vigili del fuoco per la pulizia della strada.

IGNOTO
La speranza era quella di risalire quanto prima all’identità della persona. Non è stato possibile avvisare subito i famigliari per i poliziotti: nessuna denuncia di scomparsa, nessun documento o indizio che portasse al nome e cognome dell’uomo. L'uomo aveva una compagna e due sorelle che abitano all'estero.
LE REAZIONI
«Una dinamica incredibile e assurda: perdere la vita così..», si limita a dire il sindaco di Ponte nelle Alpi, Paolo Vendramini affranto per quanto accaduto. La certezza di molti pontalpini era che non si trattasse di un compaesano: lì tutti conoscono quel tratto di pedonale e sanno di quei gradini. Il segnale di divieto alle bici poi è bello grande e molto chiaro. Certo qualche abitante di viale Cadore ieri però borbottava lamentando la scarsa sicurezza di quella strada statale su cui le case si affacciano. Ma questa è tutta un’altra storia.
Ultimo aggiornamento: 16 Settembre, 13:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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