Nello schianto morì l'amico 19enne e una ragazza perse una gamba: chiede di patteggiare 2 anni

Mercoledì 27 Aprile 2022 di Davide Piol
Christian Gabriele Palazzolo morto nell'incidente e l'auto dopo lo schianto

BELLUNO - Potrebbe concludersi con un patteggiamento a due anni di reclusione e un risarcimento milionario l'inchiesta sull'incidente mortale in località La Rossa. Il primo settembre 2019 una Fiat 500 con a bordo 5 ragazzi uscì di strada all'improvviso, centrò un albero a lato della carreggiata e si arenò nel prato. Alla guida del mezzo Mattia Vascellari, di 27 anni, trovato con un tasso alcolico di 0,75 grammi per litro a 7 ore dall'incidente. Il giovane stava portando a casa la sorella Gaia, oltre agli amici Cristian Gabriele Palazzolo (il 19enne che perse la vita nell'impatto), Deborah De Col, di 18 anni, che ha subito più di 30 operazioni tra cui l'amputazione di una gamba, e Tommaso Mitrugno, di 25.

Nell'udienza preliminare di ieri mattina è stato dato atto del risarcimento delle parti offese (ad esclusione di De Col che sta per affrontare il 32esimo intervento chirurgico e che risolverà la questione in ambito civile) e l'avvocato della difesa ha chiesto di poter patteggiare 2 anni di reclusione.

IL RINVIO
Il pubblico ministero titolare del fascicolo non era presente in aula e il giudice ha rinviato al 17 maggio. Pare inverosimile, tuttavia, che possa accettare una pena così bassa. Il consulente tecnico della Procura, l'ingegner Pierluigi Zamuner, aveva parlato di «distrazione o colpo di sonno» come causa dell'incidente. Tanto che all'inizio il pm Simone Marcon, sulla base proprio di quella consulenza tecnica, aveva chiesto il rinvio a giudizio per omicidio stradale e lesioni stradali gravi. Quella mattina, erano le 6.50, il gruppetto di amici stava tornando a casa dopo una festa al Mon amour di Belluno. Secondo i calcoli del perito, l'incidente sarebbe avvenuto a una velocità di 75 chilometri orari (il limite su quel tratto è di 70) e gli airbag erano rimasti fermi al loro posto.

LA RICOSTRUZIONE
«In merito alla loro mancata attivazione aveva rilevato l'ingegner Zamuner si evidenzia che il modello di Fiat 500 non permette di estrapolare i dati dalla centralina airbag negli istanti che hanno preceduto l'urto. Pertanto non è stato possibile ricostruire se prima dell'incidente tali dispositivi funzionassero». Si tratta comunque di un software complesso che analizza in modo autonomo i dati di accelerazione-variazione di velocità per decidere quando attivare gli airbag: «Se prima dell'impatto finale l'auto è soggetta ad altre sollecitazioni minori, ad esempio nell'uscita di strada sul ciglio sconnesso (come in questo caso), il software potrebbe decidere di non attivare i dispositivi». Ma perché l'auto ha sbandato? Sulla base degli elementi oggettivi e testimoniali non è emerso l'urto con altri veicoli o con ostacoli presenti sulla carreggiata. Inoltre «non sono state rilevate anomalie meccaniche esistenti prima dell'incidente che possano aver innescato la perdita di controllo del mezzo». Anzi, continua il consulente della Procura, «la natura della traccia di scorrimento rilevata sul ciglio è indice di una graduale deviazione a destra del mezzo. Eventuali anomalie meccaniche ad organi direzionali e/o alle ruote (comunque non rilevate) avrebbero comportato scarti più bruschi con rotazioni e marcature più accentuate. Una deviazione così graduale è tipica del colpo di sonno o distrazione».

TASSO ALCOLICO
Alle 14.30, più di 7 ore dopo l'incidente, Vascellari aveva un tasso alcolico pari a 0,75 grammi per litro. Si può ipotizzare che al momento dell'incidente il valore fosse più alto. Quanto a Cristian Palazzolo, il 19enne che quel mattino perse la vita, si trovava sul sedile posteriore in zona centrale dove non c'era nessuna cintura di sicurezza (il veicolo era omologato per 4 passeggeri). Durante l'incidente venne proiettato in avanti e sbatté contro parabrezza e cruscotto. «Attendiamo fiduciosi l'esito di questo processo anche se purtroppo costringerà i familiari del povero Cristian a rivivere ogni singolo momento aveva sottolineato Gennaro Pisacane, di Giesse Belluno che assiste la famiglia Palazzolo - Gli esiti delle indagini sono estremamente chiari e non lasciano spazio a dubbi, ora è tempo di dare giustizia a queste famiglie».

 

Ultimo aggiornamento: 28 Aprile, 18:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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