Caro carburanti, pieno a prezzi folli: la procura di Belluno apre un'inchiesta

Mercoledì 16 Marzo 2022 di Pietro Alpago Novello
Caro carburanti, pieno a prezzi folli: la procura di Belluno apre un'inchiesta
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BELLUNO - La Procura apre un'inchiesta sull'aumento del carburante in provincia e delega il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza. Il fascicolo, aperto dal procuratore Paolo Luca, è scattato a seguito dell'esposto del Codacons-Unione Nazionale Consumatori che ha denunciato in ogni procura d'Italia i rialzi ingiustificati.


LE INDAGINI

L'inchiesta, al momento contro ignoti e senza ipotesi di reato, vuole accertare se vi siano stati guadagni ingiustificati sull'aumento dei prezzi del carburante.

I controlli sono effettuati esclusivamente nei confronti di operatori del settore petrolifero aventi sede in provincia di Belluno. Oltre alle indagini delegate, la Guardia di Finanza vigila anche con controlli continui nei distributori, che, al momento, non hanno però ancora portato alcun riscontro. Certo, non è escluso che le irregolarità emergano nel corso delle indagini. «Stiamo facendo una fotografia della situazione attuale ha spiegato il colonnello Dario Guarino, comandante provinciale delle Fiamme Gialle per poi confrontarla con la situazione precedente». Come già emerso nelle scorse settimane, il caro prezzi non è dovuto ad una mancanza di rifornimenti, ne alla guerra in Ucraina. Il rialzo è invece dovuto unicamente ad una scelta di mercato dei colossi petroliferi, in grado di controllare le oscillazioni del mercato aumentando il prezzo al barile. Il rincaro ai distributori è la diretta conseguenza di questa politica, ma la crescita a tratti quasi incontrollata riscontrata ultimamente lascia spazio anche a manovre poco pulite, su cui le Fiamme Gialle hanno deciso di indagare.


LA FOTOGRAFIA

Da gennaio in poi la provincia di Belluno è tra quelle che hanno subito in assoluto meno il rincaro dei prezzi, vedendo un rialzo percentile in media decisamente minore rispetto al resto della zona. La fotografia è data da una eleborazione del Sole 24 Ore che ha analizzato i dati del Mise. Nessuna provincia veneta ha subito rialzi (in media) minori a quelli riscontrati nel bellunese, che a partire dal 28 gennaio fino all'11 marzo ha visto un aumento dei prezzi del 18,5% per quanto riguarda la benzina e del 24,99% per il diesel. Delle province confinanti solamente quella di Trento ha mantenuto maggior stabilità, mentre Verona e Vicenza hanno subito un cambiamento in entrambi i casi superiore al 20% (riferito alla benzina).


BENZINA

Paradossalmente la super è il carburante che ha subito i rialzi minori, ma in provincia ci sono alcuni distributori in cui la crescita percentuale è stata notevolissima. A prendersi la testa di questa speciale (e nefasta) classifica sono le PompeBianche di Quero Vas, sulla strada provinciale 1/bis (+28,5%), mentre nel Bellunese spicca l'Agip Eni di Ponte nelle Alpi (+28,47%). In Cadore e nella valle agordina i rincari sono stati minori, ma saltano all'occhio l'Europam di Agordo (+25,91%) e il San Marco Petroli di Selva di Cadore (+25,86%). E mano a mano che si sale in provincia cala il valore percentuale dell'aumento.


DIESEL

Per quanto riguarda il diesel la situazione peggiora ulteriormente, con una crescita ancora maggiore. Nonostante la media provinciale sia sempre in assoluto tra le più basse del nord est, non mancano anche in questo caso diversi picchi sul nostro territorio. Azzalini Energie di Via Agordo, a Belluno, ha fatto registrare un impressionante aumento del 40,70% passando in meno di due mesi da 1,63 euro al litro a 2,29. Il prezzo del diesel è schizzato alle stelle uniformemente in tutta la provincia, facendo registrare il +39,53% in ben due distributori di Feltre (Repsol e Tamoil) ma arrivando anche al +40,40% al Tamoil di Santo Stefano di Cadore e al +36,79% al Beyfin di Alleghe.

Ultimo aggiornamento: 17 Marzo, 07:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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