«Impianti da riaprire per portare i turisti sulle Dolomiti: servono norme certe»

Venerdì 8 Maggio 2020 di Andrea Ciprian
Impianti di risalita sulle Dolomiti
FALCADE - I gestori degli impianti a fune sono pronti a portare i turisti in quota, anche la prossima estate. Chiedono però a gran voce l'aiuto del governo. La prima esigenza degli imprenditori funiviari è innanzitutto la chiarezza, come sottolinea il presidente di Anef Veneto Renzo Minella: «Dobbiamo presto sapere che potremo riaprire. E subito dopo quando potremo farlo e con quali precise regole. A oggi, per decreto, gli impianti devono rimanere fermi. Sapere che potremo rimettere in funzione gli impianti sarebbe un primo importante passo avanti». «Abbiamo urgenza di riaprire gli fa eco Valeria Ghezzi, presidente nazionale di Anef e dimostrare che, con le giuste cautele, gli impianti possono essere fruibili già da questi mesi estivi, in quanto mezzo che garantisce un trasporto sicuro, di breve durata e molto ben areato».
LA PROPOSTA
Proprio per questo, nelle scorse settimane, l'associazione degli impiantisti ha elaborato e sottoposto all'attenzione del governo una serie di regole per garantire la sicurezza dei lavoratori e degli utenti. L'attività degli impianti a fune è attività di trasporto e pertanto soggetta alle regolamentazioni del Ministero dei Trasporti. Presenta tuttavia una forte valenza turistica, ambientale e di valore strategico per gli equilibri socio-economici del sistema montagna, con una particolare attenzione ad aspetti idrogeologici, di manutenzione di boschi e prati, corsi d'acqua e strade forestali. Ciò, secondo gli impiantisti, la rende profondamente diversa dalle altre attività di trasporto, e per questo motivo, la presidente Anef sostiene che «non è possibile adottare misure similari a quelle del trasporto urbano ed extraurbano, sia per ragioni tecniche (la durata del trasporto sugli impianti a fune difficilmente supera gli 8/10 minuti) sia per ragioni pratiche connesse ai servizi correlati al trasporto funiviario (parcheggi, casse, assistenza agli utenti sul piano di imbarco)». L'appello al governo è quello di mettere in atto misure improntate a una reale valutazione delle caratteristiche specifiche del trasporto funiviario. Ciò che si vuole evitare, è che si richieda una riduzione della portata degli impianti, misura rivelatasi inefficace quando venne imposta nelle ultime giornate della stagione invernale: l'effetto rilevato è stato un allungamento dei tempi di attesa in coda, con conseguente aumento del rischio per i turisti, in particolare quando l'attesa avviene al chiuso e senza dispositivi di protezione individuale.
NORME DI SICUREZZA
Gli stessi impiantisti hanno inoltrato al governo delle proposte studiate per garantire la sostenibilità del servizio e in primo luogo la sicurezza dei turisti e del personale. Tra queste ci sono l'obbligo del distanziamento fisico di almeno 1 metro in ogni fase preparatoria al trasporto (parcheggio, cassa, tornelli, stazione di partenza, sala d'aspetto), l'obbligo di utilizzare mascherina e guanti per l'estate (da non togliere mai durante il trasporto). Obbligatoria anche l'areazione di cabinovie e funivie con il blocco di uno o più finestrini, l'apertura delle porte delle cabinovie o funivie (solo se vuote) per una areazione completa laddove possibile e l'igienizzazione delle cabine. Difficile, per ora, l'ipotesi di procedere alla misurazione della temperatura degli utenti tramite termoscanner, a causa della scarsa attendibilità di questo tipo di procedure. «Siamo fiduciosi per l'estate, poiché la montagna ha tutte le caratteristiche per attrarre i turisti, garantendo un ambiente sano e lontano dagli assembramenti. Nel Bellunese, poi, ci sono molte seconde case, molti appartamenti che pensiamo verranno riscoperti come luoghi dove alloggiare durante le vacanze. Noi siamo pronti e speriamo che già con il prossimo decreto il governo dia parere favorevole alle nostre proposte», conclude Minella.
Andrea Ciprian
Ultimo aggiornamento: 10:48 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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