Crisi Ideal Standard, l'assessore Donazzan chiede «chiarimenti» alla multinazionale

Mercoledì 20 Ottobre 2021 di Paolo Guidone
Da oltre un anno c'è sentore di chiusura

BORGO VALBELLUNA - «Pretendiamo certezza nelle decisioni, diteci cosa deve accadere nello stabilimento di Trichiana». Sulla lunga e incerta vertenza Ideal Standard e a sostegno del sindacato di categoria interviene direttamente l’assessore regionale al lavoro Elena Donazzan che chiede alla multinazionale della ceramica sanitaria un piano di rilancio dello stabilimento bellunese. Il rischio concreto, fin qui sempre smentito dal management aziendale, è che l’unico stabilimento del gruppo Ideal Standard rimasto in Italia venga dismesso e che la storica produzione di ceramica venga trasferita da Trichiana alla Repubblica Ceca, dove il costo del lavoro è più basso.
Bisognerà attendere fino alla convocazione al Mise di tutte le parti in causa, prevista il 27 ottobre, per conoscere un piano industriale più volte annunciato dall’azienda che fa capo al fondo di investimento australiano Anchorage, che di fronte alle reiterate richieste dei sindacati nazionali e territoriali di categoria di fare chiarezza sul destino dello stabilimento bellunese ha scelto di non scoprire le carte e di prendere tempo. «L’azienda deve essere trasparente e parlare chiaro – sottolinea Denise Casanova della segreteria Filctem Cgil Belluno – perché stiamo parlando di 500 lavoratori che con orgoglio producono milioni di pezzi che sono al 100% made in Italy, che sono disegnati dai migliori designer italiani e che l’azienda utilizza per pubblicizzare i propri prodotti all’interno di tutti i maggiori show room». 
«Per il Veneto Ideal Standard ha una rilevanza strategica e simbolica – spiega l’assessore Elena Donazzan – perché oggi il mercato dei sanitari è in crescita e perché Ideal Standard è una realtà produttiva importante per il territorio bellunese e non da oggi è seguita con grande attenzione dalla Regione e dai sindacati. Negli ultimi dieci anni ,nello stabilimento di Trichiana sono stati fatti investimenti importanti che sono stati possibili grazie al sacrificio dei lavoratori e per noi questo è un presidio industriale a cui noi non intendiamo rinunciare». Tra le soluzioni alternative prese in considerazione dal sindacato per salvare lo stabilimento di Trichiana, evitando così il licenziamento di quasi 500 lavoratori, si ipotizza anche la cessione dell’impianto a potenziali acquirenti concorrenti nel crescente mercato della ceramica da bagno. «I lavoratori non possono più rimanere con questa spada di Damocle sulla testa – chiarisce Alessandro Rossini segretario nazionale della Uiltec Uil – tanto più se consideriamo che rinunciando a 170 euro al mese per 5 anni, hanno finanziato il rifacimento di tutti gli impianti, un intervento che ha permesso allo stabilimento di Trichiana di continuare a produrre pezzi di alta qualità». Per i sindacati territoriali di categoria l’assunzione a inizio anno di 40 nuovi addetti allo stabilimento di Trichiana dimostra che quello della ceramica sanitaria continua a rimanere un comparto trainante in cui la produzione non conosce flessioni della domanda. «Lo stabilimento di Trichiana continuerà a produrre – chiarisce Denise Casanova – e lo farà con o senza Ideal Standard».
 

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