Ideal Standard a rischio: sciopero a turno dei comparti

Mercoledì 3 Marzo 2021 di Eleonora Scarton
La Ideal Standard, ex Ceramica Dolomiti: a rischio 475 posti di lavoro

BORGO VALBELLUNA - Nuovo sciopero alla Ideal Standard di Trichiana. Ad incrociare le braccia saranno i lavoratori del comparto logistica. Dopo lo stop di otto ore a cui praticamente tutti i 475 lavoratori dello stabilimento hanno aderito venerdì scorso, le sigle sindacali, non avendo avuto nessun contatto con la proprietà, hanno deciso di indire per questo venerdì un nuovo sciopero di otto ore, che coinvolgerà però solo il comparto della logistica. Un’interruzione mirata che, chiaramente, punta a mettere in difficoltà l’azienda, costringendola a scoprire le carte. Intanto sono già in preparazione altre iniziative per le prossime settimane. 
PRODUZIONE ALL’ESTERO
I lavoratori della Ceramica Dolomite di Trichiana stanno attraversando un periodo non facile. Da una decina di giorni infatti si sono diffuse voci che la proprietà intenda chiudere lo stabilimento entro la fine dell’anno e delocalizzare la produzione in paesi a basso costo del lavoro, quali Cina, Bulgaria ed Egitto. La proprietà nega in modo assoluto che questa voce sia reale ma, per contro, non presenta un piano industriale per il futuro. 
La settimana scorsa quindi un primo sciopero a cui hanno aderito la quasi totalità dei lavoratori (hanno varcato i cancelli solo pochi operai necessari per controllare forni e linee). A questo sciopero non è seguito nessun contatto con l’azienda. 
NUOVA ASSEMBLEA
Proprio per questo, ieri pomeriggio i sindacati hanno svolto una nuova assemblea, questa volta con il solo comparto della logistica. «Abbiamo deciso di indire per venerdì un nuovo sciopero di otto, limitato però al comparto della logistica. Si tratta di un reparto molto piccolo ma che noi riteniamo strategico per lo stabilimento – sottolineano Denise Casanova segretario generale della Filctem Cgil e Bruno Deola della Fim Cisl -. Partiamo da qui ma l’idea è quella di coinvolgere chiaramente tutte le maestranze mettendo in piedi altre iniziative». Insomma, l’idea sembra essere quella, dopo il blocco dell’intera fabbrica, di proseguire con un blocco mirato reparto per reparto. 
IL MINISTERO 
Nessuna buona nuova nemmeno dal Ministero, da cui si attende la convocazione di un tavolo istituzionale. «I sottosegretari sono stati nominati da poco per cui ci sta che debbano ancora prendere in mano la questione – sottolinea la Casanova -. Certo è che la questione dev’essere affrontata il prima possibile». O quantomeno dovrebbe esserci un impegno e una presa di posizione da parte dei ministri e parlamentari bellunesi. 
L’AZIENDA 
Il silenzio da parte dell’azienda preoccupa. «Se non ci fosse nulla di vero, un’azienda seria, di fronte a una mobilitazione, avrebbe chiamato i sindacati ed avrebbe presentato un piano – chiudono Deola e Casanova -. Cosi non è stato. Per questo i lavoratori devono essere preoccupati e noi andiamo avanti con le nostre iniziative. All’azienda chiediamo solo degli impegni seri e concreti per il futuro».
 

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