BORGO VALBELLUNA - Ideal Standard: sindacati e rsu dello stabilimento di Trichiana in presidio sotto la sede milanese della multinazionale per mantenere alta l’attenzione sulla vertenza chiedendo ancora una volta risposte concrete sul futuro dello stabilimento. A rischio c’è anche lo storico marchio Ceramica Dolomite e 400 posti di lavoro.
Ieri mattina, una delegazione di sindacati e rsu dello stabilimento trichianese sono partiti alla volta di Milano, per piazzarsi sotto la sede centrale della Ideal Standard per ribadire ancora una volta la richiesta di avere rassicurazioni scritte sulla continuità produttiva del sito di Trichiana, fugando i dubbi che circolano in merito alla chiusura dello stabilimento a fine anno.
DUE ORE DI PRESIDIO
Una manifestazione che è stata programmata in concomitanza con una conferenza telematica tenuta dai vertici aziendali tant’è che uno degli striscioni recitava «l’azienda fa un evento virtuale, ma i lavoratori di Trichiana pretendono un lavoro reale». Durante il presidio, durato più di un paio d’ore, nessuno dalla sede è sceso per incontrare la delegazione.
Il nodo cruciale che ha mosso tutto è il verbale. A seguito dell’incontro della scorsa settimana tra azienda e sindacati, questi ultimi hanno chiesto alla proprietà di redigere un verbale in cui venivano messi in luce alcuni impegni per il futuro dello stabilimento. «Il verbale è arrivato – spiega Bruno Deola, sindacalista della Femca Cisl -. Un verbale stringato dove non ci sono grandi certezze per quanto riguarda la continuità dello stabilimento e le prospettive per il futuro».
CONTROLLO DELLE MULTINAZIONALI
Proprio per questo, «da qui al 5 maggio (data in cui ci sarà un nuovo incontro tra azienda e sindacati) faremo altre iniziative per far capire alla realtà aziendale che i lavoratori sono arrabbiati e attendono risposte concrete.
TENERE ALTA L'ATTENZIONE
E lo fanno anche attraverso degli articoli sulla stampa internazionale per tenere alta l’attenzione a tutti i livelli. La preoccupazione è anche sul marchio Ceramica Dolomite. Come spiega la Casanova, «da quello che ci risulta, la Ideal lo vuole dismettere o svuotare di significato. Se l’azienda decide di non puntarci dal punto di vista commerciale, il marchio non vale più niente ed è destinato a morire. In realtà oggi è un marchio su cui si può puntare per fare numeri».
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