Hotel "impossibile" sul lago di Santa Croce: l'imprenditore vuole farlo ma aspetta da un anno di essere ricevuto dal Comune

Lunedì 20 Luglio 2020 di Lauredana Marsiglia
Hotel "impossibile" sul lago di Santa Croce: l'imprenditore vuole farlo ma aspetta da un anno di essere ricevuto dal Comune
ALPAGO - Vorrebbe costruire un albergo in riva al lago di Santa Croce, a Farra, dando una boccata di ossigeno ad un turismo che continua a vivere di pendolarismo che ben poco lascia sul territorio in termini economici. Ma da un anno è in attesa di essere ricevuto dall'amministrazione comunale. Così, in assenza di risposte, l'imprenditore alpagoto si è rivolto al consigliere di minoranza Massimo Bortoluzzi, chiedendo lumi sul perché la sua proposta non trovi nemmeno uno spazio di discussione.

A riferirlo, fornendo anche la bozza di progetto della struttura ricettiva, è lo stesso Bortoluzzi, da tempo impegnato a «stanare» un'amministrazione che, a suo dire, non solo sarebbe sorda ai suggerimenti della minoranza, ma anche di chi, come l'imprenditore in questione, vorrebbe fare qualcosa per dare una svolta al turismo dell'Alpago, terra ricchissima di risorse, ma estremamente povera di offerta ricettiva di qualità, ovvero quella che inietta denaro nell'economica locale.

IL FATTORE URBANISTICO
«E questo non è l'unico caso - sbotta Bortoluzzi -, ci sono altri imprenditori che vorrebbero investire, ma purtroppo devono fare i conti con un'amministrazione priva di strategie su questo fronte».

Ma perché quel progetto non va avanti? «Diciamo che l'area dove si vorrebbe costruire - spiega il consigliere - è classificata dal Piano degli interventi come zona soggetta a microzonizzazione in quanto si tratta di area sismica di terzo livello. Il problema sarebbe l'instabilità del versante. Ora - prosegue con una certa ironia - quell'area, nei pressi del campo sportivo, è completamente pianeggiante. Resta quindi difficile capire quale sia il versante instabile. Detto questo mi chiedo come, a distanza di tre anni dal Piano di interventi, non si sia ancora proceduto con la microzonizzazione. Questo significa bloccare gli investimenti privati, che ci sono, ma serve che il pubblico faccia la propria parte».


CONNETTERE I RISTORANTI
Bortoluzzi è un fiume in piena contro una gestione del turismo che mostra il suo vero volto nei fine settimana, quando arrivano centinaia di turisti, molti dei quali preferiscono parcheggiare vicino al cimitero per non pagare il ticket. C'è la corsa al posto libero.

«Bisognerebbe far pagare anche in quell'area, magari con tariffe a scalare - suggerisce il consigliere -, perché i servizi costano. Magari si potrebbe abbinare il ticket ad un posto attrezzato in spiaggia. Detto questo, vanno messe in atto strategie per crescere. Creare quella struttura ricettiva proposta dall'imprenditore, ma ce n'è anche un terzo che vorrebbe fare un villaggio, avrebbe un grande valore perchè diventerebbe una sorta di polo, con tanto di area wellness, da mettere in connessione con altre realtà economiche: pensiamo solo alla grande tradizione di ristorazione dell'Alpago con i suoi locali Michelin e altri ancora. Questo metterebbe in moto quell'economia che oggi non c'è. Noi abbiamo bisogno di gente che resta sul territorio, non di spiagge che si riempiono di giorno e dopo le 16-17 si crea il vuoto assoluto».

Sotto i riflettori anche i tre soli bagni per tutta la spiaggia, chioschi che alle 11 del mattino dormono e una showroom per i prodotti locali ancora chiusa.

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