"Bombe" di ghiaccio devastano i campi: conta dei danni della Coldiretti

Martedì 27 Luglio 2021 di Daniela De Donà
La grandine caduta lunedì

BELLUNO -  Uva e mele, mais e zucche tra le produzioni che hanno patito la furia del vento e i chicchi come noci di domenica. Quaranta minuti di tempesta lungo la valle del Piave che lasciano il segno. Ieri si è fatta la conta dei danni. Non da poco. Specialmente nell’area che va da Quero a Lentiai. Poi su fino a Santa Giustina e Cesiomaggiore. 
«Fogliame rotto, tranci spezzati, con i grappoli colpiti sul lato sud ovest che sono andati perduti», è la sintesi fatta da Marco De Bacco, dell’azienda “De Bacco Pietro” che possiede 12 ettari di vigneti tra Arsiè e Cesio, con uve Chardonnay e Pinot nero. La vendemmia è lontana, tra la prima e la seconda settimana di settembre. Ora siamo nella fase di chiusura del grappolo: «Ecco che per i vigneti dei 3 ettari di Cesio, quelli maggiormente interessati, la perdita è grave, gli acini colpiti sono persi – è l’analisi di De Bacco - in ogni caso la grandinata porta ad un rallentamento della maturazione nell’intero vigneto». Non facile quantificare, percentualmente, la perdita a livello di produzione vinicola: 30, 40, 50%? De Bacco punta all’ottimismo: «Le piante, che hanno subito una grandinata devastante, hanno capacità di riequilibrarsi. Noi, intanto, procediamo con la pulitura degli acini segnati».
Poi un’ultima considerazione: «E’ una magra consolazione, però questa si presentava come un’annata molto buona, con vigneti carichi d’uva, quindi, nel complesso, si spera che la produzione rimanga buona.» 
Sopra gli alberi di mele – Red Chief, Fuji, Royal Gala – sono stese le reti antigrandine. A Pullir di Cesiomaggiore c’è l’azienda BioAlpi, con un ettaro di terra a meleto. Il peso della grandine ha fatto il disatro: «Il vento ha abbattuto le piante e i pali che sostengono le reti – spiega Samuel Sandri - i numerosi grossi chicchi di grandine secca hanno fatto cedere le placchette che si sono staccate. Ora stiamo cercando di tamponare i danni»
Michele Nenz, direttore di Coldiretti di Belluno, non nasconde la preoccupazione per le colture: «Spesso azzerate, ora bisognerà vedere come reagiranno. Patate, soia, mais, fagioli, pomodori. I danni riguardano anche le serre dove i teli protettivi si sono disintegrati o sono volati via a causa della forza del vento». Problemi, quelli raccolti da Coldiretti, che hanno toccato i fabbricati: «Nella zona di Quero alcuni tetti sono stati crivellati dai chicchi grossi come pesche – racconta Nenz - la grandine ha rotto pannelli fotovoltaici e cupolini delle stalle».
Ci saranno risarcimenti? «Il pagamento dei danni è complesso». Intanto l’Agenzia veneta preposta (Avepa) farà i sopralluoghi specifici e circoscriverà l’area. 
«Qualcuno ha perso tutta l’uva. Siamo preoccupati perché questa è la terza grandinata di media gravità, nel giro di poche settimane, che colpisce i viticoltori - sottolinea Enzo Guarnieri, vicepresidente di Confagricoltura Belluno e presidente del Consorzio Coste del Feltrino -, qualcuno ha perso tutta l’uva. Siamo preoccupati perché questa è la terza grandinata di media gravità, nel giro di poche settimane, che colpisce i viticoltori. Una, che proveniva da Nord, ha colpito l’area da Mugnai a Pedavena. Guarnieri ricorda che, contrariamente all’anno scorso, la piovosità di maggio e giugno è stata più contenuta e gli attacchi di peronospera sono stati molto limitati. 
«Già pregustavamo un’ottima vendemmia, ma la tempesta ha cambiato le prospettive – conclude Guarnieri - ci auguriamo di portare a casa una buona qualità e quantità, come l’anno scorso». Va sottolineato che gli ettari in produzione sono costantemente in aumento, con un potenziale produttivo di oltre 300mila bottiglie. E sono in aumento le aziende che hanno adottato il metodo biologico, un fattore consequenziale all’adozione di varietà di vite resistenti. 
 

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