GOSALDO - Quasi novecento firme a difesa della stazione dei carabinieri di Gosaldo sono pronte per essere consegnate al prefetto Mariano Savastano.
LE FIRME
«Tra petizione cartacea e online - sottolinea l’assessore Florinda Cialdella - siamo a oltre 850 sottoscrizioni di gosaldini, ma anche di persone che vivono nei territori limitrofi e che vedono anch’esse nella caserma di Gosaldo una ricchezza da proteggere. Alle firme vanno ad aggiungersi anche i tantissimi attestati di solidarietà manifestati da diversi Comuni dell’Agordino che hanno portato la nostra delibera a tutela della presenza dell’Arma all’esame di giunta o consiglio». Al momento, la situazione è in stallo. Secondo la procedura prevista in questi casi le firme vanno depositate in prefettura. Ma i tempi si sono un po’ allungati anche per il passaggio di testimone, proprio di questi giorni, tra il prefetto uscente Sergio Bracco (che a pochi mesi dal suo insediamento - dicembre 2020 - andrà a Roma ad assumere il ruolo di capo della segreteria del Dipartimento della pubblica sicurezza) e l’entrante Mariano Savastano (attualmente vicario alla prefettura di Vercelli).
L’ITER
«Stiamo aspettando di essere convocati dal prefetto per essere ascoltati - sottolinea l’assessore Cialdella - In quell’occasione, naturalmente, avremo modo di esporre le nostre rimostranze e motivazioni circa l’opposizione alla chiusura della stazione dei carabinieri. In quell’occasione depositeremo le firme raccolte: circa 600 attraverso il sito on line https://www.change.org/p/luca-zaia-no-alla-chiusura-della-stazione-dei-carabinieri-di-gosaldo mentre oltre 250 su moduli cartacei distribuiti negli esercizi commerciali. Attendiamo, quindi, gli sviluppi di questa vicenda sperando che la mobilitazione dei cittadini e delle amministrazioni comunali serva davvero a smuovere le coscienze e a far capire che non esistono cittadini di serie b. Tutti, al di là del luogo in cui si svegliano al mattino, devono avere pari diritti a fronte dei medesimi obblighi».
IL RISCHIO
«La chiusura della caserma -conclude l’assessore Cialdella- farebbe diventare il nostro comune un luogo appetibile per chi intende compiere dei reati diventando esso un paese montano abbandonato a sè stesso. Inoltre, sarebbe un segnale di disinteresse, da parte delle Istituzioni, nei confronti delle piccole comunità che invece rappresentano il cuore pulsante della nostra nazione».