Ai funerali del clochard il vescovo: «È un richiamo alla vita più vera»

Sabato 6 Aprile 2019 di Alessia Trentin
Ai funerali del clochard il vescovo: «È un richiamo alla vita più vera»
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BELLUNO «La solitudine può portare a forme straordinarie di libertá». È con una citazione di Fabrizio De Andrè che ieri il parroco don Rinaldo ha aperto l’omelia del funerale per Gianluigi Bigi. Dopo quattro mesi, ha trovato pace la salma dell’uomo morto il 19 dicembre scorso fuori dalla roulotte in cui viveva a Levego, attorniato dai suoi cani. E il saluto finale, per un uomo vissuto sempre ai margini e in solitudine, è stato partecipato ed estremamente commovente. Ha presieduto la cerimonia il vescovo in persona, monsignor Renato Marangoni, accanto a don Giorgio Soccol della Caritas e al diacono Francesco d’Alfonso (non ha potuto presenziare il parroco di Levego don Rinaldo Ottone che ha appena subìto un intervento al piede). Un parterre di religiosi d’eccezione che hanno riservato a Bigi un saluto commosso e un omaggio sincero, riabilitando agli occhi di tutti un uomo forse scontroso,  forse sopra le righe, ma libero, coerente e capace di vivere davvero una vita essenziale, a contatto con quella natura che ha sempre tanto amato. 
L’OMELIA
Ha preso il via con la citazione di De Andrè ed è proseguita con una riflessione sulla vita dell’uomo che è poi diventata un pensiero sull’esistenza di tutti, sui valori e sulle profonde aspirazioni di ciascuno, il discorso di don Rinaldo, che il defunto lo conosceva bene e lo stimava. «Gianluigi Bigi era un uomo molto intelligente - le parole di don Rinaldo -, era un artista il quale deluso dagli uomini e dalla cultura dominante, come pure dalle illusioni del successo economico, aveva scelto una vita povera, essenziale, a diretto contatto con la natura». Dove tanti vedevano le stranezze estreme di un uomo eccentrico, il religioso vi ha visto una testimonianza dei valori cristiani di povertà e altruismo. «Certo, si sta poco a dire che era un poveraccio, uno sbandato, un uomo che aveva perduto il lume della ragione - ha proseguito il religioso -, ma non dovremmo invece riconoscere in lui, nella sua singolare coerenza, il richiamo ad una vita più vera, più sobria, più rispettosa della natura, più attenta a ciò che è davvero essenziale?». 
LA STORIA
Bigi è stato trovato morto fuori dalla sua vecchia roulotte dove viveva da anni 19 dicembre scorso, ma con ogni probabilità il decesso era avvenuto, per cause naturali, diversi giorni prima. Il clochard viveva lontano da tutti, vicino al Piave a Levego e con la sola compagnia dei suoi 16 cani meticci ai quali aveva dedicato la vita. Alla scoperta della salma, a tratti irriconoscibile per l’azione degli animali che l’avevano in parte sbranata, è seguito l’esame del Dna per gli accertamenti definitivi sull’identità. Per questo solo ieri si è potuto tenere il funerale, è stato infatti necessario attendere l’esito della verifica e il completamento dell’iter. In quanto ai fedeli compagni di vita di Bigi, quattro sono stati trovati morti insieme al loro proprietario mentre per gli altri dodici ha preso il via il percorso di recupero presso il rifugio dell’associazione Apaca, con la collaborazione dell’azienda sanitaria e del Comune.
Ultimo aggiornamento: 08:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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