Raptus di gelosia. Il barbecue finisce male: tenta di bruciare l'auto poi minaccia il suicidio

Martedì 17 Agosto 2021 di Lauredana Marsiglia
Raptus di gelosia. Il barbicue finisce male: tenta di bruciare l'auto poi minaccia il suicidio
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SANTA GIUSTINA - Una lite, forse per gelosia verso la compagna, poi lo scatto di rabbia che manda a monte la grigliata di Ferragosto e costringe l'Arma dei carabinieri a richiamare in servizio il mediatore, figura specializzata nel trattare con soggetti che minacciano il suicidio. Tre ore di follia in quel di Santa Giustina per un 40enne che, con la compagna e i genitori, si preparava a celebrare la festa di mezza estate nel giardino di casa.
Non si sa cosa abbia innescato la scintilla, ma tutto va ricondotto nell'ambito familiare dentro al quale sarebbero maturate gelosie e avventate decisione di vendetta spicciola, non certo servita a freddo.


IL RAPTUS

Tutto inizia verso le 13 con una chiamata ai carabinieri. Sono i familiari che chiedono aiuto per il loro congiunto barricatosi nel bagno con un coltello da macellaio. Minaccia di togliersi la vita. Una decisione estrema presa dopo che l'uomo aveva preso una tanica di benzina rovesciandola sull'auto di casa, una Mercedes, e tentanto di appiccare il fuoco con un accendino. L'intervento del padre riesce a fermare quello che rischiava di essere non solo un rogo ma un botto potenzialmente pericoloso anche per tutti loro e la stessa abitazione. Insoddisfatto per non essere riuscito nel disegno di mandare in cenere la Mercedes, il 40enne prende un coltello, appoggiato probabilmente vicino al barbicue che doveva cucinare una lieta giornata, e minaccia il padre.

La tensione e la paura salgono alle stelle di fronte alla sua rabbia incontrollata e alla mano armata di una lama da 20 centimetri. Alla fine scappa al piano superiore e si rinchiude in bagno, deciso a farla finita o forse solo ad urlare il suo bisogno di aiuto in quel momento di rabbia e di inevitabile sofferenza. Perchè di mezzo c'erano i sentimenti.


CASA ACCERCHIATA

I famigliari, temendo il peggio, chiamano i carabinieri. Sul posto arrivano di volata i militari della stazione di Santa Giustina e del Nucleo radiomobile della Compagnia di Feltre. Sono loro a mettere in sicurezza la scena, nel frattempo viene chiamato il negoziatore, lo stesso che il 5 agosto a Revine Lago e il 13 agosto a Ponte nelle Alpi, era riuscito a sventare altrettanti tentativi di suicidio. La palla passa a lui, alla sua capacità soprattutto di ascoltare, mentre i colleghi arretrano togliendosi dalla vista del 40enne che, dalla finestra del bagno al primo piano della casa, poteva tenere tutto sotto controllo. Temeva di essere accerchiato. La condizione primaria, quindi per assicurarsi la sua fiducia, era quella di pulire la scena.


LA RESA

Qui comincia il dialogo, o forse solo il monologo di un uomo che, in quel momento, aveva bisogno di ascolto. La chiave magica del mediatore è proprio quella di dare ascolto, di far sentire le persone meno sole in momenti di così profondo sconforto. Il maresciallo, pian pianino, riesce a calmarlo fino a convincerlo ad uscire. Cosa che però farà solo dalla finestra del bagno dopo che il negoziatore si è procurato una scala. Temeva che fuori dalla porta ci fossero i militari. Alla fine si lascia andare, parla, si sfoga e accetta anche di andare a farsi visitare al pronto soccorso. L'intervento si chiude solo alle 16, ma con la soddisfazione dei carabinieri di essere stati ancora una volta capaci di agire con umanità e gentilezza in un perfetto gioco di squadra.

Ultimo aggiornamento: 14:33 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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