Il gelato artigianale in rampa di lancio per diventare patrimonio Unesco

Venerdì 17 Giugno 2022 di Federica Fant
Storia del gelato
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VAL DI ZOLDO - Un grande traguardo per il gelato artigianale. Si tratta del recente inserimento nel Catalogo dei Beni Culturali di una serie di beni materiali e immateriali riguardanti la storia della gelateria individuati nell’area della Val di Zoldo e dintorni in connessione al progetto Museo del Gelato e dei Gelatieri. La catalogazione è stata realizzata sotto la responsabilità scientifica delle antropologhe Claudia Cottica e Iolanda Da Deppo su incarico dello stesso Comune di Val di Zoldo in partenariato con l’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione (Iccd) che fa capo al Ministero dei Beni Culturali. 

Si tratta di un lavoro molto accurato e preciso di grande valore storico documentale che comprende per ogni bene inventariato una schedatura dettagliata. Oltre alla descrizione, ogni scheda comprende anche cenni storici su chi e in quale contesto ha utilizzato l’attrezzatura ed altre notizie riguardanti modalità di impiego, la proprietà, la collocazione attuale e molto altro. Assai interessanti poi le note a margine delle immagini che raccontano le vicende di famiglie storiche di gelatieri, le località dove hanno operato nel solco di una mobilità che è sempre stata caratterizzata da un percorso pianificato nei dettagli ben prima della partenza. Un totale di quasi 200 “beni” tra classificati come immateriali (immagini, documenti digitalizzati, ecc.) e materiali inseriti quasi tutti come “strumenti e accessori” (mantecatori manuali, sorbettiere, porzionatori, coppette, spatole, vassoi, insegne, ecc.). 
Il Catalogo dei Beni Culturali ha lo scopo di identificare e descrivere i beni culturali per i quali sia stato riconosciuto un interesse artistico, storico, archeologico o etnoantropologico. L’inserimento di oggetti, strumenti e documenti riconducibili all’attività di gelateria nel Catalogo Generale dei Beni Culturali è un fatto assai importante quale riconoscimento ufficiale del ruolo sociale, economico e culturale assunto dai gelatieri che, a partire dalla metà del 1800, sono emigrati dalle vallate bellunesi per far conoscere il gelato nel mondo. Ma l’inserimento nel catalogo è anche funzionale per poter puntare, ad esempio, all’iscrizione nella Lista Rappresentativa del Patrimonio culturale immateriale Unesco che tra i criteri, prevede espressamente che l’elemento sia incluso in un inventario del Patrimonio culturale immateriale presente nel territorio dello Stato Membro.
Soddisfazione tra i gelatieri, basta telefonare in Germania a Fausto Bortolot presidente onorario di Uniteis (Unione dei Gelatieri Artigiani Italiani che operano in Germania): «Una bella notizia, ci stiamo organizzando per il museo di Zoldo. Per me sarebbe un sogno che si realizza. Un riconoscimento che credo ci aspettasse di diritto. La storia dei gelatieri zoldani e cadorini parte da lontano, dal 1860. Una storia poco conosciuta ma con un valore storico culturale molto valido. I nostri gelatieri diedero l’impronta del gelato preparato con panna latte e uova tipicamente veneta». Il sindaco di Zoldo, Camillo De Pellegrin aggiunge come dia spessore sociale capire e tramandare la «storia di quelle famiglie che sono andate all’estero che portano con sé vicende di donne e di mariti che fecero sacrifici, sono vicende umane che sento sempre raccontare. Inoltre le gelaterie diventavano luoghi di incontro. I tavolini all’esterno li hanno inventati loro. I nostri gelatieri non sono pionieri solo del prodotto, ciò che hanno realizzato va ben oltre». L’idea del museo c’è e rimane a Zoldo. Il progetto rimane valido e l’allocazione sarebbe nello stabile delle ex scuole elementari. Purtroppo il momento storico difficile per molte famiglie sposta le priorità e quindi il comune ha momentaneamente accantonato la questione per dedicarsi ai bisogni contingenti.
 

Ultimo aggiornamento: 18 Giugno, 08:13 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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