Val di Zoldo isolata, la soluzione di Veneto Strade è una galleria. Ma costa 58 milioni

Giovedì 31 Marzo 2022 di Andrea Zambenedetti
Lo spegnimento degli ultimi focolai dell'incendio lungo la provincia della val di Zoldo
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BELLUNO Il cantiere potrebbe partire domani, risolvendo molti dei problemi della Val di Zoldo.

Basta tirare fuori il progetto, già pronto, dal cassetto. Il problema è come finanziarlo. Chi ha il pane non ha i denti: un paradosso in una provincia che vive la situazione opposta lungo la statale 51 di Alemagna le cui varianti hanno i finanziamenti ma non sono pronti ad andare in gara. Nel frattempo bisognerà convivere con il rischio, come spiega chiaramente il numero uno di Veneto Strade, Silvano Vernizzi. «Una cosa vorrei che fosse chiara a tutti: deve passare il messaggio che quel tratto di strada non è a pericolo zero. La probabilità di caduta sassi rimane elevata per chi la percorre. L’alternativa sarebbe di tenere chiuso per qualche anno. Noi non prevediamo la caduta di massi grandi ma qualche sasso potrebbe comunque cadere. Il rischio è paragonabile a quello della 203 Agordina». Vernizzi ieri ha fatto il punto sul futuro della strada provinciale 251 della Val di Zoldo. Un piano che si divide in due fasi. Una immediata e una di ampio respiro: un progetto da 53 milioni di euro.

COSA SUCCEDE DA OGGI
La provinciale della Val di Zoldo è attualmente interrotta tra Igne e Soffranco, costringendo gli abitanti della valle a fare il giro per i passi dolomitici per andare verso la pianura o Longarone. Il versante montano è stato messo a durissima prova dal fuoco che ha divorato ettari di bosco. A contribuire all’instabilità, chiaramente, è stata anche l’acqua arrivata dal cielo con elicotteri e canadair, oltre alla pioggia di queste ore. «Il primo passo per aprire la strada - spiega Vernizzi - è la pulizia. Bisogna rimuovere il materiale crollato sulla sede, bisognerà poi valutare con i droni ed eventualmente anche con l’elicottero se ci sono massi pericolanti. Se non ce ne sono è meglio per tutti, altrimenti bisognerà disgaggiarli (spingerli giù forzatamente ndr). Poi dobbiamo procedere con i cartelli. Ogni 500 metri per i cinque chilometri di strada interessata dall’incendio andranno posizionati i cartelli di pericolo caduta massi». Ma non basta ancora. Perché prima di riaprire Veneto Strade dovrà fare un’altra operazione nei tratti più pericolosi. «Installeremo dei semafori per realizzare due tratti a senso unico alternato. Rimarrà aperta la corsia più a valle mentre quella più a monte sarà interdetta al traffico in modo da contenere eventuali massi che dovessero scendere. Per fare tutte queste cose, meteo permettendo, a noi servirà circa una settimana. Sempre in somma urgenza, in quei tratti, realizzeremo barriere paramassi per poter riaprire completamente. Ma deve esserci un segnale comunque che c’è il pericolo di caduta sassi».

IL LUNGO PERIODO
Per quanto riguarda il lungo termine l’obiettivo è rappresentato dal progetto (già esecutivo) che metterebbe in sicurezza un tratto di un chilometro e trecento metri, «con una galleria da 900 metri a Soffranco. Il costo è di 38 milioni di euro. Se ci fossero e li avessimo potremmo andare in gara domattina. Poi abbiamo un altro progetto che riguarda i lati esterni della galleria della 251. Il costo è di 15 milioni di euro, serviranno per fare i paramassi e mettere in sicurezza il versante. Tre milioni li abbiamo subito, sono fondi del Pnrr per la sistemazione dei versanti». Un costo totale di 53 milioni. Tre sono già stati trovati, ne mancano 50. La strada per mettere in sicurezza la porta d’accesso alla Val di Zoldo, insomma, sembra molto in salita. Anche senza guardare la cartina altimetrica.

Ultimo aggiornamento: 07:41 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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