Furti nei negozi, a Belluno quasi inesistenti. La tecnica dei commercianti: locali trasformati in fortini inattaccabili - La classifica in Veneto

Martedì 30 Maggio 2023 di Lauredana Marsiglia
Furti nei negozi, a Belluno quasi inesistenti

BELLUNO - Nonostante Belluno sia recentemente salita agli onori delle cronache nazionali come città dove la delinquenza è improvvisamente esplosa, tanto da farla scivolare dai primi agli ultimi posti della classifica nazionale per il fattore sicurezza, un focus dell'Ufficio Studi Cgia di Mestre sui furti ai danni di commercianti e artigiani la riporta al vecchio posto di città tra le più sicure.

Nel 2021 sono stati denunciati 93 furti, ovvero uno ogni quattro giorni, e un'incidenza ogni centomila abitanti che è la metà della media veneta, 46,6 contro 96,1. «Questa è la prova provata che Belluno non è uno stato allo sbando come si è voluto far credere recentemente - commenta Luca Dal Poz, direttore Ascom -. Siamo costantemente al lavoro per tenere alta l'attenzione. Certo, chi ha subito un'aggressione ha una percezione diversa, e va capito. Ma i numeri ci dicono che il nostro tessuto è ancora sano».


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Il dato, anche se basso, non consola, ma resta comunque contenuto rispetto ad un fenomeno che la Cgia di Mestre ha voluto affrontare sotto il profilo della risposta che le istituzioni danno al problema, perché nell'anno in esame quasi il 70 per cento dei colpi denunciati è rimasto impunito. A questo si aggiunge la liturgia giudiziaria che prevede, nella stragrande maggioranza dei casi, il rilascio immediato dei malviventi spesso catturati dopo enormi sforzi da parte di Carabinieri e Polizia. Sotto accusa finisce dunque la gestione della giustizia, sotto il profilo squisitamente politico. Una condizione che porterebbe molti derubati a non denunciare, sapendo preventivamente che molto difficilmente arriverà una risposta. Così, anche le statistiche vengono falsate con numeri inferiori al dato reale.


SUBIRE IN SILENZIO


Furti che, a livello veneto, costano 400 milioni l'anno. «La difficoltà di consegnare alla giustizia coloro che si sono resi responsabili di questi illeciti sta diventando ormai cronica e, probabilmente, sta condizionando anche le statistiche - spiega Cgia di Mestre -. Non è da escludere, infatti, che la riduzione del numero delle denunce registrato negli ultimi anni prima dell'avvento del Covid, non sia riconducibile a una ritrovata sicurezza, ma a un atteggiamento di sfiducia delle vittime nei confronti delle istituzioni che li spinge a non denunciare alle autorità giudiziarie il danno subito». Cgia ci tiene a precisare di non voler sollevare alcuna critica nei confronti delle forze dell'ordine. «Anzi - spiega -, l'impegno, la dedizione e il senso del dovere non sono mai venuti meno. Il problema, purtroppo, è di natura politica. Se il corpo dei Carabinieri e quello della Polizia di Stato disponessero di un maggior numero di uomini e di mezzi in grado di presidiare con maggiore attenzione il territorio soprattutto nelle ore notturne, i malviventi avrebbero sicuramente la vita più dura».


LOCALI COME FORTINI


Le strategie di difesa apportate dai negozianti sono note ai più: negli ultimi anni per difendersi dalle razzie dei malviventi c'è stato un boom di installazioni di saracinesche, inferriate e vetri antisfondamento. I negozi sono diventati dei fortini che, controllati 24 ore su 24 dai sistemi di videosorveglianza, hanno arginato queste intrusioni. Spesso, però, nei palazzi di pregio o negli edifici più recenti montare delle grate non è consentito. «Va altresì segnalato - conclude Cgia - che il numero di coloro che ricorrono ad una assicurazione è in calo. Il premio di una polizza contro i furti ha ormai dimensioni economiche proibitive, soprattutto per alcune tipologie merceologiche, quelle, ovviamente, di maggior pregio».

Ultimo aggiornamento: 13:09 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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