Marmolada vietata dopo la frana, la società delle funivie: «Danni incalcolabili se non ci fate riaprire»

Lunedì 7 Novembre 2022 di Davide Piol
La frana sul ghiacciaio
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BELLUNO - Che la chiusura del ghiacciaio della Marmolada fosse un atto dovuto, a seguito della frana di ghiaccio e roccia che nel luglio scorso si è portata via 11 vite, è pacifico. Ma a distanza di quattro mesi, con temperature nettamente inferiori rispetto a quei giorni, molti si domandano perché il divieto di accesso al massiccio (firmato dal sindaco di Canazei) sia ancora valido. La società Marmolada srl, che gestisce le funivie sulla Regina delle Dolomiti, ha lanciato un grido di allarme riguardo a quella che potrebbe diventare la stagione invernale più buia di sempre con importanti ripercussioni sull'intera vallata. «Se non si interviene con buon senso e velocità spiegano gli impiantisti - la stagione invernale è a rischio e con essa la permanenza sul territorio di tante imprese e famiglie.

Da sempre novembre è fondamentale per la preparazione delle piste e degli impianti per l'avvio regolare dell'attività. Ogni giorno è prezioso».


L'OSTACOLO
Eppure, tutto è fermo. La funivia della Marmolada, che parte ed arriva in provincia di Belluno, porta gli sciatori su una pista che si sviluppa per la maggior parte in provincia di Trento, perché attraversa appunto il ghiacciaio. I gestori dell'impianto si dicono pronti ad avviare i lavori di preparazione della pista ma, di fatto, non possono: «Il Comune di Canazei continua a vietare l'accesso al ghiacciaio. Alle nostre richieste di chiarimenti, ci viene opposta una fantomatica perizia, avviata mesi fa quando le eccezionali temperature estive potevano generare preoccupazioni, ma mai redatta e inattuale ora, quando finalmente il termometro è sceso sotto lo zero».


LA CAUSA
Un passo indietro. È il 3 luglio 2022. Una parte del ghiacciaio della Marmolada, sotto la località Punta Rocca, si stacca e provoca una frana alta 300 metri e lunga due chilometri che investe e uccide 11 alpinisti ed escursionisti. Il 25 luglio arriva la relazione del Dipartimento protezione civile foresta e fauna di Trento, che lega quell'evento alle temperature troppo elevate del mese. Quello che prima era solo un consiglio, - sarebbe meglio non salire sulla Marmolada - si trasforma in un vero e proprio divieto di accesso. Si legge infatti nell'ordinanza firmata dal sindaco di Canazei Giovanni Bernard: Vista la richiesta del centro operativo della Protezione Civile, relativa all'interdizione a tutte le persone circolanti sul territorio comunale in prossimità e corrispondenza del massiccio della Marmolada, si ritiene di dover tutelare la pubblica incolumità vietando temporaneamente, ed in via del tutto provvisoria, l'accesso a tutti gli escursionisti e alpinisti al massiccio. In attesa si legge ancora nel documento di rilievi tecnici e stime sulla pericolosità più dettagliati ed accurati da parte degli Uffici competenti della Provincia.


L'ATTESA
Sono trascorsi mesi, le temperature si sono abbassate, ma tutto rimane chiuso. La società che gestisce la funivia chiarisce che il distacco della porzione di ghiaccio è avvenuta in una zona totalmente estranea a quella in cui si sviluppa la pista e che, in questo modo, si rischia di mettere in difficoltà un intero territorio. «Se il permesso di preparare la pista non dovesse arrivare tempestivamente conclude la Marmolada srl - i danni economici sarebbero incommensurabili per tutta la vallata, che vive dell'attività turistica invernale. Questi ritardi, questi burocratismi, questa mancanza di chiarimenti diventano l'ennesimo attentato alla pur indefessa resilienza della gente di montagna per continuare a risiedere in questi territori e vivere di quello che hanno da offrire».
 

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Ultimo aggiornamento: 8 Novembre, 09:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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