Fondi di confine, 21 milioni di euro per progetti su vasta scala

Martedì 15 Dicembre 2020 di Giuditta Bolzonello
I sindaci del Cadore uniti per discutere come utilizzare i fondi di confine

PIEVE DI CADORE - Una iniezione di risorse che incoraggia gli amministratori. E’ stato firmato dagli uffici del Dipartimento per gli Affari regionali e le Autonomie il decreto di bando per le aree svantaggiate relativo al triennio 2018-2020 per l’importo complessivo nazionale di oltre 36 milioni di euro. Le disponibilità del Fondo per la valorizzazione e la promozione delle aree venete confinanti con le regioni a statuto speciale saranno destinate ai Comuni, o ad aggregazioni temporanee di Comuni, confinanti con Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia. In questo caso il pacchetto di ben 21 milioni di euro riguarda solo il Comuni confinanti con il Friuli Venezia Giulia. 
LE REALTÀ INTERESSATE
Dodici i Comuni bellunesi che si spartiranno il tesoretto: Domegge, Pieve, Santo Stefano, Lorenzago, Perarolo, Ospitale, Vigo, Alpago, Chies d’Alpago, Longarone, Tambre e Soverzene. Gli interventi, anche se finalizzati alla realizzazione e all’implementazione dei servizi, devono prevedere la destinazione di almeno il 50% del finanziamento alla realizzazione di infrastrutture. La domanda di finanziamento va presentata entro 90 giorni dalla pubblicazione del decreto. Per stringere i tempi il sindaco di Pieve di Cadore, con i colleghi, ha indetto una riunione con la presenza di Roger De Menech, che presiede il coordinamento dei Fondi di Confine. Sette i Comuni cadorini interessati.
«STIAMO LAVORANDO»
«Si tratta di un intervento toccasana che tutti abbiamo accolto a braccia aperte - dice Casagrande -. Abbiamo posto dei quesiti a De Menech che ci ha fatto capire come il salto di qualità starà nell’elaborazione e presentazione unitaria di progetti per realizzare quelle opere che abbiamo una ricaduta positiva sull’intero territorio. Ed è su questa idea che stiamo lavorando in Unione Montana Centro Cadore. I progetti devono essere presentati entro 90 giorni, poi ci saranno tre mesi per iniziare i lavori e nel giro di altri 36 mesi dovranno essere ultimati. Credo che mai come in questa occasione i Comuni siamo messi alla prova nel saper progettare insieme, nel capire quale opera finanziare, quale strategia applicare affinché quanto si andrà a realizzare possa veramente portare benefici a lungo termine». 
INTERVENTI UNITARI
«Sono risorse importanti per gli enti locali, gran parte dei quali nel 2020 ha subito un drastico calo di entrate a causa del Covid - afferma De Menech - ora i Comuni hanno la possibilità di programmare progetti di sviluppo innovativi in campo economico e sociale, come pure sulle infrastrutture (strade, reti energetiche, ecc.), e relativi a edifici pubblici quali scuole, edifici, impianti sportivi. Rinnovo l’invito a tutti i sindaci e amministratori a creare una cabina di regia provinciale in cui far confluire tutte le decisioni».
 

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