Figlia cieca, papà accusato di averle svuotato il conto: spariti centomila euro

Giovedì 7 Ottobre 2021 di Davide Piol
Una donna cieca a spasso con il cane (foto dia rchivio)
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BELLUNO - Avrebbe sottratto oltre 100mila euro alla figlia cieca, di cui era amministratore di sostegno, utilizzandoli per esigenze personali e per investimenti legati alla propria attività.

Con queste accuse un 67enne di Belluno (di cui non rendiamo note le generalità per tutelare la vittima), difeso dall'avvocato Giorgio Gasperin, è stato rinviato a giudizio dal giudice delle indagini preliminari. L'uomo dovrà rispondere di peculato, rifiuto e omissione di atti d'ufficio, abuso d'ufficio e ricettazione. Si è invece costituito parte civile il nuovo amministratore della figlia 46enne, ossia Elisabetta Bastianon, con l'avvocato Chiara Altin.

LA VICENDA

Il 67enne è stato amministratore di sostegno della figlia cieca dal 14 ottobre 2015 al 10 giugno 2020 e, all'epoca dei fatti, gestiva il denaro di due conti correnti: uno aperto alla banca dei Monti di Paschi di Siena, intestato alla figlia e alla compagna dell'imputato; e un altro alla Cortinabanca Credito Cooperativo, filiale di Belluno, intestato solo alla figlia. Secondo la pubblica accusa, l'uomo si sarebbe appropriato di circa 66mila euro, prelevandoli dai conti della donna e investendoli nella propria attività commerciale. Soldi che per il pm non potevano essere riconducibili alla gestione e all'assistenza della figlia, la quale disponeva di uno stipendio e di un'indennità di accompagnamento. Pur non avendo spese particolari, tranne una quota parte del canone di locazione della casa, la donna si trovava spesso senza contanti (necessari per pausa caffè, gite al mare, etc...). A luglio 2020 inoltre, secondo quanto raccolto dalla Procura, entrambi i conti correnti della figlia erano in rosso. Che l'imputato avesse qualche difficoltà a gestire il ruolo che gli era stato affidato è emerso fin da subito. In qualità di amministratore di sostegno, e quindi di pubblico ufficiale, aveva il compito di depositare una relazione scritta con il rendiconto delle somme di denaro utilizzate ogni anno. Eppure si sarebbe dimenticato di farlo per 5 volte (nel 2015, 2016, 2017, 2018, 2019) nonostante i solleciti da parte del giudice tutelare. La scusa era sempre la stessa: «Non ho tempo». Da qui la decisione di sostituirlo nel 2020 con un altro amministratore di sostegno, Elisabetta Bastianon, che trovando prelievi ingiustificati nei conti della figlia decise di denunciarlo alle forze dell'ordine.

LE ALTRE ACCUSE

Tra le imputazioni c'è anche quella di abuso d'ufficio perché, il 3 luglio 2019, il 67enne avrebbe fatto sottoscrivere alla figlia un contratto con la Italcredi Spa per un finanziamento di 32mila euro che si sarebbe estinto mediante la cessione di un quinto dello stipendio della beneficiaria. Circa la metà della somma, 14.185 euro, sarebbe servita a saldare un debito proveniente da un altro finanziamento. Gli altri soldi, invece, venivano erogati sul conto corrente della banca Monte dei Paschi, con un piano di ammortamento di 120 rate di 270 euro l'una dal luglio 2019 fino al 2029. Tra gli atti del pm ci sarebbe un altro contratto, sottoscritto dalla figlia, per la fornitura di un depuratore d'acqua di 3.800 euro da pagare con rate mensili da 90 euro fino al 2024. Rimane un'ultima ipotesi di reato: la ricettazione. Secondo la pubblica accusa, infatti, l'imputato prelevava i soldi dai conti corrente della figlia e li impiegava nella propria attività imprenditoriale. In che modo? Ad esempio per pagare gli arredi e i mobili del locale, Internet e telefono, oltre che il cibo che poi rivendeva al pubblico. La difesa è sicura di poter dimostrare la sua innocenza. E cioè che la donna era a conoscenza di quanto stava accadendo ai suoi soldi e soprattutto era favorevole agli spostamenti di denaro eseguiti dal padre. Se ne riparlerà a dibattimento, con i testi del pubblico ministero, nella prima udienza del 9 febbraio 2022.
 

Ultimo aggiornamento: 21:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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