A Belluno parte oggi il festival dell'aldilà... sull'altra faccia della medaglia della vita: la morte

Venerdì 30 Ottobre 2020 di Alessandro Marzo Magno
A Belluno parte oggi il festival dell'aldilà... sull'altra faccia della medaglia della vita: la morte (Foto di Simon Giesl da Pixabay)

Prende il via oggi l'ottava edizione di Passi e Trapassi: otto giorni di dibattiti, presentazione di libri, mostre e riflessioni sull'altra faccia della medaglia della vita: ovvero la morte. Il tema di quest'anno non poteva essere che quello legato alle epidemie dalle tesi scientifiche fino alle piattaforme social.

L'occasione per parlare laicamente di un tema storico centrale per ogni civiltà.


LA RASSEGNA


«Nessuno morirà per questo festival», parola di Claudia Alpago Novello, che per l'ottava volta organizza a Belluno Passi e Trapassi, una rassegna che affronta l'altra faccia della medaglia della vita, ovvero la morte. Nessuno morirà perché tutti gli eventi potranno essere seguiti in streaming; qualcosa è stato cancellato concerti e death café, ma quasi tutto è stato salvato. Quest'anno è stato fatto un triplo salto, che ovviamente non poteva che essere «mortale», per riuscire a varare la otto giorni di eventi che cominciano oggi e finiscono sabato 7 novembre; dopodiché di salti mortali ne sono stati fatti altri perché le restrizioni sono arrivate a programma già stampato, ma il festival è stato salvato.


IL TEMA

Il tema del 2020 è La morte virale, a sottolineare per la prima volta nella storia che un'epidemia è diventata social, è stata condivisa in ogni angolo del mondo, il virus è diventato virale, in un cortocircuito tra viralità sanitaria e viralità informatica. Ovviamente non c'è nulla di macabro in questa rassegna, sempre meglio sottolinearlo, ma è un modo per re-impossessarsi di pensieri e luoghi che in genere si tengono lontani. Ne è passato del tempo da quando, racconta Alpago Novello, i negozi di Belluno non volevano nemmeno esporre la locandina con lo scheletro che informava degli eventi. «All'epoca ero assessore alla Cultura», osserva, «e riuscivo a impormi giusto per quello, adesso invece i bellunesi aspettano la rassegna e un anno che non siamo riusciti a farla ci hanno scritto mail e lettere preoccupate». Comunque non sono defunti, e ora eccoli qua, forti addirittura di un gemellaggio con Parma, dove si tiene Il rumore del lutto, su temi intuibilmente analoghi. La curatrice della rassegna parmense, Maria Angela Gelati, tanatologa, è autrice del libro Mi chiamo Happy (Mursia) che verrà presentato martedì 3 novembre. Il tema affrontato è quello della morte degli animali da compagnia, un avvenimento che di solito costituisce il primo contatto dei bambini con la morte. 


SUL TERRITORIONelle passate edizioni gli incontri erano molto sparpagliati, anche in luoghi inusuali, tipo rifugi antiaerei, quest'anno sarà diverso a causa delle esigenze di ripresa per lo streaming. Comunque non si è rinunciato agli sconfinamenti: un incontro avverrà a Feltre, dove l'assessore alla Cultura, Alessandro Del Bianco, illustrerà le iscrizioni funerarie di età romana; un altro in Cadore, a Vallesella di Domegge, con una visita guidata alla chiesa cinquecentesca della Beata Vergine della Molinà; questa è stata la situazione più difficile; farà comunque con una diretta Facebook che poi rimarrà visibile online. Gli incontri sono numerosi, ce ne sono almeno un paio al giorno. Uno che attirerà senz'altro interesse è quello con Riccardo Pirrone, social media manager di Taffo, «la più irriverente delle agenzie funebri italiane». Ha scritto un libro che presenta domenica 1° novembre, assieme a uno dei titolari, Alessandro Taffo. È edito da Baldini e Castoldi con il titolo Taffo. Ironia della morte. Riderne è l'unico modo per uscirne vivi.


IRONIA E SERIETÀ

«Nessuno vuole sentirsi ricordare che la propria morte o quella di un proprio caro può arrivare in qualsiasi momento, e infatti rassicuriamo tutti: Ci vediamo il più tardi possibile» osserva Pirrone. Molti ricorderanno che nei giorni più tragici della pandemia L'Eco di Bergamo, il quotidiano della provincia italiana più colpita dal Covid-19 passò da una a tredici pagine di necrologi. Una giornalista bergamasca, Daniela Taiocchi, osserva che finché l'Eco non pubblica il tuo necrologio non sei veramente morto, e in quei giorni il quotidiano era diventato l'unico modo per ricordare gli scomparsi. E la parola scomparsi in questo caso va usata in senso letterale, perché non si potevano avere contatti con i familiari e si moriva in solitudine. Non è un caso che il Comune di Bergamo abbia voluto unire il suo patrocinio a quello di Belluno per questo festival. 
LA RAGAZZA DEI CIMITERIUno degli appuntamenti da non perdere sarà quello con Lisa Martignetti e Mattia Baldovin, lunedì 2 novembre, coordinato dalla stessa Claudia Alpago Novello. Martignetti, 38 anni, è laragazzadeicimiteri su Instagram, dove posta fotografie di cimiteri; ha realizzato una serie di bellissime foto sul cimitero della sua città, Bergamo. Da un anno ha cambiato vita: era assistente alla poltrona e ora fa la funeral planner. «Mi occupo di vestizioni e di organizzazione di funerali, cerimonie funebri e commemorazioni, accompagnando e seguendo le famiglie in tutto ciò di cui hanno bisogno», dice di sé, e poi aggiunge: «Sono mamma di una meravigliosa bambina di otto anni, che ama ciò che faccio, chiamandomi l'amica della Morte, è buffo, ma, lei è orgogliosa del mio lavoro».


IL TANATOESTETA

Mattia Baldovin, 30 anni, originario di Domegge e ora vive a Padova, nonostante il diploma in Agraria, di professione è tanatoesteta. «Accompagno chi parte, ascolto chi resta», dice di sé. «Siamo quelli che comunque ci sono sempre, siamo quelli che lavano, puliscono e vestono in qualunque condizione nel rispetto e dignità di chi se né andato e di chi resta, siamo quelli che a casa hanno famiglia e come tutti viviamo nel timore di portare a casa qualcosa di brutto, siamo quelli che nonostante le critiche e nomignoli ci siamo», osserva. Ade Zeno, cerimoniere presso il Tempio Crematorio di Torino, parlerà sabato 7 del suo libro L'incanto del pesce luna (Bollati Boringhieri) finalista del Campiello, mentre Francesco Galassi illustrerà lunedì 2 il mestiere di paleopatologo, ovvero di chi studia le tracce lasciate impresse dalle malattie nelle ossa rinvenute nelle necropoli dell'antichità, nei vecchi cimiteri, ma anche nelle vittime di più recenti delitti, e quindi si tratta di un'attività talvolta indispensabile nei procedimenti giudiziari. 


IMPORTANZA E DIGNITÀ

«La morte va trattata come la vita», conclude Claudia Alpago Novello, «bisogna ridarle importanza e dignità perché non si muore da soli. È un tema con il quale bisogna essere delicati». Nella conferenza stampa di presentazione, Alpago Novello e l'attuale assessore bellunese alla Cultura, Marco Perale, hanno sottolineato: «Tutto questo negare la morte a cui stiamo assistendo era previsto perché quando una società rimuove la morte dalla propria mente allora non ci crede nemmeno quando se la trova davanti. È sorprendente, è vero, ma è cosi. Accettare quello che sta succedendo implica un mutamento radicale e profondo di pensiero cui non siamo pronti, a meno che non ci sia stata una preparazione prima».

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