Boschi e sentieri battuti a tappeto: non c'è traccia di Federico Lugato

Venerdì 3 Settembre 2021 di Davide Piol
Anche decine di vigili del fuoco sono impegnati da giorni nelle ricerche di Federico Lugato
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VAL DI ZOLDO - «È dura soprattutto dal punto di vista emotivo e psicologico. Siamo a una settimana di ricerche e non riusciamo a trovare piste ragionevoli e certe». Elena Panciera, la moglie di Federico Lugato, il 39enne mestrino residente a Milano e scomparso giovedì scorso in Val di Zoldo, non si dà pace. Ma ammette che la situazione sta diventando pesante e frustrante: «È un fallimento per tutti il fatto di non riuscire a trovarlo.

I soccorritori, oltre alle capacità tecniche, ci stanno mettendo il cuore, ma purtroppo non è stato rinvenuto nulla». 


IL TERMINE
Le ricerche continueranno fino a domenica. Poi ci sarà un incontro in Prefettura per decidere se e come proseguire. Ieri mattina, pronte a partire al campo base di Pralongo, c’erano 60 persone appartenenti agli enti istituzionali e alle associazioni di Protezione civile accreditate in regione, più una trentina di privati arrivati in risposta ai numerosi appelli di Elena. Si è mobilitata mezza Italia per dare una mano nelle ricerche e per fare in modo che queste continuino finché Federico non sarà ritrovato (la raccolta fondi si sta avvicinando già ai 20mila euro). Il gestore di telefonia mobile del 39enne ha fornito la radio-copertura reale delle celle che coincide con quella ipotizzata dal Soccorso alpino e dà un riscontro oggettivo delle zone in cui potrebbe trovarsi. Confermata quindi l’area del percorso ad anello che Federico aveva detto di voler seguire e l’area della Val Prampera in rientro verso Forno di Zoldo, su cui oggi si concentreranno le squadre di ricerca. Sarà perlustrato anche il territorio sopra Casera Moschesin. Ieri, a Zoldo, erano presenti il Soccorso alpino di Val di Zoldo, Alleghe e Val Biois, Sagf (Soccorso alpino della guardia di finanza), vigili del fuoco, polizia di stato, protezione civile, unità cinofile e droni. «Nessuna pista è completamente abbandonata», spiega Elena.

 
IL PRECEDENTE
Nei giorni scorsi una squadra di sommozzatori si è immersa in un laghetto che era già stato drenato, ma in cui si trova una pozza di 4 metri che non poteva essere sondata da fuori. Anche in questo caso, nessun risultato. «I cani avevano fiutato qualcosa – racconta la moglie di Federico – Quelle zone sono state battute e ribattute e gli speleologi si sono calati in forre e burroni per escludere qualsiasi cosa. Niente. Stiamo seguendo anche una traccia informatica e di telecomunicazioni. Federico aveva disattivato la geo localizzazione e forse aveva attivo il gps». Che però, a posteriori e con il cellulare spento, non può aiutare i soccorsi in alcun modo. Tramite una strumentazione particolare sembrava che i tecnici fossero riusciti a isolare un segnale proveniente dalle chiavi elettroniche dell’auto, ma è stato un altro buco nell’acqua. Gli unici elementi oggettivi sono le celle telefoniche, a cui si è agganciato il cellulare di Federico, e il suo passaggio in auto a Forno di Zoldo poco prima delle 9 del mattino di giovedì scorso. Poi, il 39enne ha parcheggiato a Pralongo e si è incamminato per un sentiero, sparendo nel nulla. «Più di questo non so cosa possiamo fare – confida Elena – Ovvio: siamo razionali. Sappiamo che non possiamo continuare a tenere i soccorsi qui. Ci possono essere altre persone che hanno bisogno di aiuto ma questa mancanza di indizi è inspiegabile e stiamo continuando a cercare persone che potrebbero averlo visto». Scartata invece l’ipotesi della fuga. «Io non l’ho valutata nemmeno per un secondo – conclude – Federico ha una vita meravigliosa, amici, non c’era alcuna ragione per scappare e far preoccupare tutte queste persone. Se è successo qualcosa è stato indipendentemente dalla sua volontà. Può essere qualcosa di fisico o di psicologico. Stiamo valutando davvero tutto. È un grande mistero. Ci auguriamo di risolverlo al più presto». 

Ultimo aggiornamento: 22:10 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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