Omaggio agli eroi di Falco: la nuova elipiazzola porterà il loro nome

Domenica 23 Agosto 2020 di Marco Dibona
L'elicottero Falco precipitato a Rio Gere undici anni fa: morì l'intero equipaggio di quattro persone

CORTINA D'AMPEZZO - L’elicottero del Suem 118 di Pieve di Cadore ha sorvolato con una rotazione la chiesa parrocchiale di Cortina, al termine della messa in ricordo delle quattro vittime del disastro dell’elicottero Falco. Undici anni sono passati da quel pomeriggio piovoso, anche allora di sabato, in cui morirono il tecnico di elisoccorso Stefano Da Forno, il pilota Dario De Filip, il medico anestesista Fabrizio Spaziani, il tecnico e copilota Marco Zago. Poi il velivolo giallo si è diretto verso il monte Cristallo, verso la gola di Inpó Pontió, dove scorre il Ru de ra Graes e c’è un’edicola sacra che ricorda il sacrificio di quegli uomini. 
IL RICORDO
L’elicottero era in perlustrazione, per verificare che non ci fossero persone coinvolte da una grossa frana, e cadde nel torrente, dopo aver urtato i fili di una linea elettrica. Quest’anno, per la prima volta, la commemorazione non si è svolta lassù, oppure nel piazzale di Rio Gere, ma nella basilica minore, in paese. «Siamo qui per ricordare chi allora ha dato la sua vita, ma anche per Alfonso Maria Lostia, morto nel rio Fanes il 14 agosto scorso. I suoi familiari, che sono qui in chiesa, vogliono dimostrare la loro gratitudine per chi si è dato da fare per recuperare il corpo dell’uomo», ha detto il parroco don Ivano Brambilla nel suo saluto ai fedeli, in una chiesa con poche decine di persone, per le rigide disposizioni di emergenza sanitaria. 
L’ABBRACCIO
Al termine della messa Rodolfo Selenati, presidente del Cnsas del Veneto, ha commentato: «Quest’anno è stata una cerimonia più raccolta, per noi, con una minore partecipazione, per le disposizioni sanitarie, ma la memoria va comunque rispettata, è giusto ricordare sempre quello che accadde. Prima di venire in chiesa, noi del Cnsas siamo andati sul luogo del disastro. Il dolore non è cambiato: per me, ogni volta è come rivivere quel giorno, perché erano quattro professionisti del nostro soccorso, ma erano soprattutto quattro nostri amici». Alex Barattin, capo della delegazione bellunese del Cnsas, aggiunge: «Questo incontro è ogni volta un abbraccio, rivolto alle famiglie di quei quattro uomini, ma anche alle nostre. Dobbiamo sempre ricordarci di dire grazie ai nostri volontari, per ciò che fanno, e alle nostre famiglie, che ci consentono di svolgere questa attività. Grazie inoltre al Suem, per la collaborazione quotidiana». 
IN MEMORIA
La nuova piazzola per il volo notturno, alla centrale Suem di Pieve di Cadore, dovrebbe essere intitolata all’equipaggio di Falco, che si è immolato undici anni fa. È quanto sostiene il consigliere di Belluno, Franco Roccon: «Ci sarebbe piaciuto far coincidere l’avvio del volo notturno con questa celebrazione. Purtroppo un ricorso al Tar ha costretto a procrastinare la conclusione di quel lavoro. Sarebbe stato il modo migliore per onorare la loro memoria, oltre che completare un servizio atteso da molto tempo. Ma so che ce la faremo, finiremo i lavori della base di Pieve. Nel 2021 confido ci possa essere l’inaugurazione dell’opera; ritengo che sarebbe opportuno dedicarla alle quattro vittime sul Cristallo. La cerimonia di oggi è stata purtroppo limitata dalle norme anti Covid-19; così si perde qualcosa, nella dovuta vicinanza ai parenti». Anche l’amministrazione comunale di Cortina è stata vicina ai congiunti delle vittime di Falco, con il vicesindaco Luigi Alverà, assessore alla protezione civile: «La nostra comunità ha sempre ben chiaro il ricordo di quel disastro e apprezza, ancora di più, il lavoro dei volontari, la collaborazione fra soccorritori, sempre pronti, nei momenti in cui c’è una calamità». 
 

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