L'editore Pellegrinon: «Creare un archivio storico delle Dolomiti, donerò i miei 70mila volumi»

Mercoledì 23 Febbraio 2022 di Dario Fontanive
Bepi Pellegrinon

FALCADE - Ha tagliato da poco il mezzo secolo di vita la casa editrice bellunese “Nuovi Sentieri editore” di Giuseppe Rodolfo Pellegrinon, falcadino puro sangue classe 1942.

Venne fondata nel 1971 e ora Pellegrinon lancia l’idea dell’Archivio storico delle Dolomiti: un centro in cui confluirebbe il suo patrimonio di volumi dedicati alla montagna, con sede a Falcade.


MONTAGNA E STORIA
Forte di oltre seicento titoli in catalogo, questa casa editrice si è sempre distinta soprattutto nel campo dei libri dedicati al settore della montagna sfornando guide e biografie di importanti alpinisti. Accanto a queste opere trovano posto volumi dedicati alla storia locale, alla Grande guerra, alla poesia ed inoltre importanti libri dedicati all’opera di famosi artisti e cataloghi di mostre d’arte. Una storia che continua e che vede sempre in movimento il fondatore della “Nuovi Sentieri” alla ricerca di nuove ed importanti opere da pubblicare. 


NUOVI SENTIERI
Una casa editrice nata quasi per caso. «Negli anni Sessanta collaboravo con le edizione Tamari di Bologna - racconta Pellegrinon- in quanto loro stampavano la Rivista del Cai. Avevo fatto un libretto su Falcade, illustrato da Giuliano De Rocco, e gli chiesi di pubblicarmelo avendomi già pubblicato un mio libro nel 1969 che si intitolava “Un alpinismo possibile”. Lui mi disse che ci avrebbe pensato in quanto era un po’ fuori mano. Un giorno nella primavera del 1971 Tamari salì da Bologna per portarmi le bozze della guida delle “Pale di San Martino” e in quell’occasione ci siamo fermati a pranzare al ristorante “La Stanga”. Ci trovammo assieme, quasi per caso, con gli amici Piero Rossi, Augusto Murer e Bepi Mazzotti. E in quell’occasione Tamari disse che dovevo pubblicare io quel volume su Falcade. Piero Rossi disse: “Giusto, tu andrai per nuovi sentieri” ovvero per nuove strade e così nacque il nome della casa editrice». «A Rossi - ricorda Pellegrinon - fece seguito subito Augusto Murer il quale disse che se avessi intrapreso questa strada avrebbe subito messo in cantiere alcuni disegni per potermi aiutare e così pubblicai subito dopo il volume di Luigi Lazzaris con i disegni di Augusto Murer e da lì è iniziata questa mia avventura nel campo dell’editoria. Diciamo molto hanno contribuito anche i tanti amici che mi hanno sostenuto negli anni nel darmi la fiducia e l’appoggio necessario per fare questo mestiere e qui vorrei ricordare anche Bepi Mazzotti e Nello Ronchi». 


LA VOCAZIONE
Già da ragazzo Bepi Pellegrinon aveva messo in luce la sua vocazione e il suo interesse per la scrittura e la ricerca. «Già all’età di 14 anni - ricorda l’editore falcadino - pubblicai il mio primo libro sul poeta Valerio Da Pos, nel 1958, ma l’anno prima andai da solo in calzoncini corti con la corriera a Bolzano per incontrare lo scrittore Carlo Felice Wolf. E importante fu anche il rapporto e la frequentazione che ho avuto fin da tredici anni con Augusto Murer dove frequentavo il suo studio, non per imparare a scolpire ma per tenergli le carte e l’archivio, gli feci il primo elenco bibliografico degli articoli e così via». Accanto a questa attività di giornalista e di scrittore con una sessantina di libri al suo attivo e ad alcuni dei quali sono andati dei premi importanti, Bepi Pellegrinon vanta anche una importante attività alpinistica che gli ha valso il riconoscimento di Accademico del Cai e membro del Gruppo italiano scrittori di montagna del quale è direttore della rivista “Montagna”.


ARCHIVIO DELLE DOLOMITI
Settantamila volumi, in parte unici, migliaia di fotografie lettere, carte, documenti, quadri, dipinti, disegni a tanto ammonta l’archivio composto da Bepi Pellegrinon in questi decenni con particolare interesse al mondo dell’alpinismo e della montagna una passione per i libri, un bibliografo assiduo che ora lancia l’idea dell’Archivio storico delle Dolomiti. «Spero vivamente che questa idea possa coronarsi e che possa sorgere a Falcade questa sede dell’Archivio storico delle Dolomiti. Un omaggio che vorrei fare alla mia terra e alla mia gente che amo e tanto mi ha dato. Vediamo con il Comune che ho già interessato della cosa, se sarà possibile trovare la maniera per poter far nascere questo importante archivio». 


LA RIVISTA BELLUNESE
Tra i vari lavori editi da “Nuovi Sentieri” Pelllegrinon ricorda con particolare nostalgia gli undici numeri pubblicati della Rivista Bellunese: «Penso sia stata una delle più belle riviste che sono state pubblicate a quel tempo. Anche perché si alternavano firme importanti e anche gli argomenti erano vari e di grande interesse. Purtroppo alla fine questa rivista tendeva ad assumere dei connotati un po’ troppo politici e ritenni che fosse giunto il momento di chiuderla in quanto non era questo il fine per cui era nata». 


ATTIVITÀ AMMINISTRATIVA 
Accanto a tutto questo Bepi Pellegrinon vanta anche una intensa attività amministrativa che lo porterà due volte ad essere sindaco di Falcade e per ben tre volte eletto alla carica di consigliere provinciale. Inoltre è stato consigliere della Comunità montana agordina e presidente dell’Azienda autonoma di soggiorno e turismo di Falcade. «Nel contesto della mie molteplici attività - conclude Pellegrinon- di persone importanti del mondo della cultura, dell’arte, dell’alpinistico e politico ne ho incontrate tante. Diciamo che negli ultimi tempi mi sono dedicato assiduamente all’opera dell’artista gardenese Adolf Vallazza considerato uno dei più grandi artisti italiani tutt’ora viventi con il quale ho fatto ben sei cataloghi. Una persona che stimo non solo sotto il profilo artistico ma anche sotto il profilo umano».
 

Ultimo aggiornamento: 17:40 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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