Precipitò con l'F16 nel 1985: ora cerca la donna che lo salvò

Martedì 27 Aprile 2021 di Lauredana Marsiglia
Un F16, aereo militare
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LIMANA - Dall’America a Limana per rivedere i luoghi dove si schiantò con il suo F16 e per ritrovare la signora che quel giorno accorse in suo aiuto portandolo in ospedale a Belluno. La storia è datata 8 febbraio 1985 e il protagonista fu il pilota dell’aeronautica militare degli Stati Uniti d’America, Charles Timothy Brown.

Attraverso un amico, Paul Spadoni, l’ex pilota ha deciso di voler riprendere il filo di un passato ormai lontano ma ancora tremendamente vivo nella memoria, assieme alla gratitudine per quella donna che gli prestò soccorso. Il suo obiettivo è proprio ritrovarla e poterla ringraziare di persona.


UN GUASTO STRUMENTALE
Erano le 16.45 dell’8 febbraio 1985 quando il velivolo militare F16A condotto da Brown, di stanza alla base Nato di Aviano, si schiantò in un campo a Cesa mentre arrivava dalla base spagnola di Teragon. Brown, fortunatamente rimase solo ferito e quella donna che vide l’incidente accorso in suo aiuto dopo aver lanciato l’allarme. Ma non c’era tempo da perdere tanto e così fu lei a portare il pilota direttamente all’ospedale.
Il fatto ebbe ampia risonanza e fu anche oggetto di un’interrogazione parlamentare all’allora ministro della difesa Giovanni Spadolini. Il fatto preoccupò molto anche perché l’F16 cadde a poche centinaia di metri da una fabbrica con 700 operai e nelle vicinanze del paese. «Il velivolo, al momento dell’incidente - rispondeva Spadolini al deputato De Toffol -, stava effettuando una procedura di avvicinamento strumentale alla base di Aviano, a conclusione di un volo di trasferimento regolarmente pianificato ed autorizzato; infatti, il piano di volo presentato dal pilota del velivolo prevedeva il trasferimento secondo le regole del Gat (General air traffic) da Torrejon a Aviano. La località dove è caduto il velivolo (Cesa di Limana, in provincia di Belluno) si trova al confine dell’area riservata ad attività aerea militare nazionale e Nato. A bordo erano presenti solo esplosivi convenzionali previsti nei sistemi di eiezione equipaggio».


LA GRATITUDINE
Ma oggi la storia prende tutt’altra piega rispetto alla ricostruzione tecnica del fatto, per imboccare la strada del sentimento e della gratitudine. «L’aereo cadde a nord di Belluno a causa di un guasto all’attrezzatura - scrive l’amico del pilota -. Una signora lo ha aiutato a raggiungere l’ospedale di Belluno. Il signor Brown vorrebbe tornare sul luogo dell’incidente e ringraziare la signora che gli ha prestato assistenza. Speriamo di poter avere tutti i dettagli e le informazioni utili per risalire all’esatta località e soprattutto alla signora». Insomma, non resta dare la “caccia” a quella donna per riannodare i fili di una storia senza tempo e confini.

Ultimo aggiornamento: 18:04 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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