​«Ciao sono Erostrato»: così scriveva l'indagato sul web

Giovedì 5 Luglio 2018 di Olivia Bonetti
«Ciao sono Erostrato»: così scriveva l'indagato sul web
CESIOMAGGIORE - Erostrato, il mitomane che ha terrorizzato per mesi Cesiomaggiore e Santa Giustina, era comparso per la prima volta esattamente un anno fa. Da allora una lunga fila di attacchi che vanno dalle scritte, al fuoco, alla finta antrace fino agli spilli nelle caramelle lasciate all'asilo di Cergnai. Poi dai primi giorni di febbraio di quest'anno, dopo la perquisizione a padre e figlio indagati per il caso, Erostrato ha scelto il silenzio. Più nulla. Intanto l'inchiesta della Procura prosegue tra consulenze e accertamenti e dalle indagini spunta il vezzo di uno dei due indagati (probabilmente il figlio) di presentarsi con il nickname Erostrato nei giochi di ruolo su Internet.

 
GLI INDIZI
Era l'alba di lunedì 5 febbraio 2018 quando a casa Aquini (papà Nemesio, 72 anni e figlio Samuele, 31, indagati per il caso del mitomane) arrivarono i carabinieri della Compagnia di Feltre. I due che abitano in via Roma a Cesio sono sotto inchiesta per procurato allarme, danneggiamento aggravato, incendio doloso e tentata estorsione. Si sono affidati agli avvocati Stefano Zallot di Belluno e Luciano Perco di Feltre. Nella perquisizione a casa Aquini i carabinieri prelevarono libri e computer, oltre a telefonini e altri supporti informatici. Dieci apparecchi che sono stati analizzati in questi mesi dal consulente informatico nominato dalla Procura, che nelle scorse settimane ha depositato la sua perizia. Quello che emerge è una ricerca ossessiva compulsiva su Internet di notizie relative a Erostrato, un pastore dell'antica Grecia che per diventare famoso incendiò il tempio di Artemide a Efeso, una delle sette Meraviglie del mondo antico. Gli Efesi lo condannarono a morte e decretarono che non venisse mai ricordato il suo nome.

L'OSSESSIONE
I computer degli Aquini erano stati formattati completamente qualche giorno prima della perquisizione: il primo febbraio. Ma qualcosa è rimasto. Inoltre anche nei pochi giorni dal primo al 5 febbraio sono proseguite senza sosta le ricerche ossessive nel web con chiavi come Erostrato, incendio, scritte e tanto altro. Nel pc c'era anche una cartellina creata appositamente nominata appunti Er. All'interno tutte le notizie pubblicate sul caso del mitomane. E proprio Er si firmava l'ignoto nelle sue lettere e nelle sue scritte, con tanto di svastiche e simboli satanici.

L'ALTER EGO
In un gioco di ruolo denominato Liberal Crime squad uno degli Aquini, presumibilmente Samuele (il figlio appassionato di questo tipo di intrattenimento), si era registrato come Erostrato. Il gioco consiste nel commettere crimini in nome della causa liberale uno slogan, un obiettivo da raggiungere: convincere le persone al potere a vedere le cose con attenzione liberale. Per raggiungere questo scopo nel gioco si può distruggere, rapire, fare il lavaggio del cervello, fare qualsiasi cosa. In quell'attività, come nelle ricerche di notizie su Erostrato gli Aquini ci passavano intere giornate, secondo quanto ricostruito dai computer. 

LA PROROGA
Intanto, proprio in questi giorni, stanno per scadere i termini dell'inchiesta e il sostituto procuratore Simone Marcon si prepara a chiedere una proroga di sei mesi. Un passaggio obbligato, visto che le consulenze richiederanno più tempo del previsto. Oltre a quella informatica, al lavoro una consulente, una grafologa giudiziaria di Padova, che dovrebbe depositare lo studio sulle lettere in una decina di giorni. Ci vorrà più tempo invece per il lavoro dei Ris, i carabinieri del Reparto investigazioni scientifiche che stanno cercando eventuali tracce di Dna sulle lettere e sui francobolli. Stanno effettuando anche un'analisi merceologica sulla carta, le lettere di Erostrato. Analizzeranno infine eventuali tracce di scrittura nei fogli bianchi ritrovati a casa degli Aquini.

L'INFORMATIVA
È stata depositata nei giorni scorsi invece l'informativa conclusiva dei carabinieri del Norm, Nucleo operativo della Compagnia di Feltre, che guidati dal luogotenente Alberto Cominelli sono arrivati ai due indagati. Un lavoro lungo e laborioso partito da elementi scarsi: la testimonianza di una donna che vide gli Aquini uscire da un bosco quando scoppiò un incendio. Nelle indagini i militari hanno ricostruito i vari tasselli, passando anche per la biblioteca del paese, dove gli Aquini sceglievano sempre testi specifici, riconducibili al profilo del mitomane Erostrato. Hanno poi analizzato ore e ore di riprese televisive: le interviste dei grandi network al padre Nemesio, dopo la notizia dell'inchiesta. Dalle sue parole sarebbero emersi ulteriori indizi che peserebbero sulle teste dei due indagati. Insomma, per difendersi il 72enne si sarebbe tradito.
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