«Grossa eredità per la parrocchia»: così il truffatore spillò 15mila euro al prete

Mercoledì 5 Febbraio 2020 di Olivia Bonetti
«Grossa eredità per la parrocchia»: così il truffatore spillò 15mila euro al prete
SEREN DEL GRAPPA (BELLUNO) - «Quando sono tornato erano scappati e sono rimasto lì, alleggerito e senza soldi». Ha fatto fatica a raccontare quello che accadde l'8 marzo 2016, ieri in aula, don Fabio Cassol, all'epoca parroco di Rasi di Seren del Grappa. Era una delle due parti offese nel processo che vede alla sbarra Salvatore Marino, 50enne di Palermo residente a Bologna, che si spaccia per dottor Masetti o anche dottor Pezzato. È accusato di truffa tentata e consumata per il raggiro a due sacerdoti in provincia, che ieri hanno parlato in Tribunale a Belluno, rispondendo alle domande del pm Sandra Rossi. 

IL PARROCO
«Venni contattato telefonicamente da un certo dottor Masetti - ha raccontato ieri al giudice don Fabio Cassol, 82enne, che ora risiede a Longarone -. Mi disse che aveva una grossa eredità, che gli era morta la zia di 95 anni e aveva lasciato alla parrocchia di Rasai 8mila euro. Mi diede appuntamento davanti all'ospedale di Feltre». E ha proseguito: «Quando arrivai si avvicina un altra persona, uno svizzero che parlava francese che disse di essere il dottor Martinelli: ha detto che gli erano stati lasciati 80mila euro da dare in beneficenza, ma avevano bisogno di due testimoni per fare la procedura dal notaio. Abbiamo pensato che non c'erano persone più indicate di un prete e un medico. Lo svizzero finge di chiamare un notaio e mi dice si la somma c'è, ma per consegnarla legalmente occorre dare come garanzia il 38% della cifra». Il finto dottor Masetti chiede al parroco se ha soldi. «Gli ho detto che avevo 2mila euro e poi che avevamo preso dalla regione un contributo messo in banca». Il parroco consegnò così 15mila euro. «Eravamo tutti nella loro auto - ha spiegato - mi dissero che servivano 4 marche da bollo: mi hanno dato i soldi sono entrati in un negozio e quando uscii non c'erano più». 

LA SCOPERTA
Due giorni dopo la coppia di truffatori ci riprova a Belluno. Lo stesso copione e l'appuntamento di fronte all'ospedale di Belluno. La telefonata arriva a don Sergio Sacco Sonador, 84enne, che però messo in guardia dalla segretaria sul fatto che potrebbe trattarsi di una truffa chiama la polizia. «Chiamai - ha detto don Sergio - anche l'ospedale di Belluno per vedere se effettivamente esisteva un dottor Pezzato, come aveva detto di chiamarsi. Non c'era nessuno e a abbiamo che era una truffa. Ho chiamato il 113 per chiedere come dovevo comportarmi: mi hanno detto non si muova e così è finita». Il malvivente venne smascherato grazie alle telecamere, che immortalarono anche complice Bruno Verde, 64enne, che però ha già definito la sua posizione con giudizio abbreviato.
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