L'addio a Ennio, inghiottito dall'acqua, a 52 anni dalla tragedia del Sormon

Domenica 4 Novembre 2018 di Dario Fontanive
L'addio a Ennio, inghiottito dall'acqua, a 52 anni dalla tragedia del Sormon
FALCADE - Falcade ha dato l'estremo saluto a Ennio Piccolin, il 61enne morto nei giorni scorsi inghiottito dalla furia delle acque del torrente Biois. Un cordoglio grande quello espresso dalla comunità falcadina nei confronti della moglie Alessandra e delle figlie Liliana e Lorena tanto che il sindaco Michele Costa a nome della cittadinanza ha proclamato il lutto cittadino.  Una tragedia analoga risale a 52 anni. Ironia della sorte, proprio oggi era prevista nella frazione di Somor la commemorazione delle 11 vittime di quella tragica alluvione che il 4 novembre 1966 mezzo villaggio fu inghiottito da una immane massa di fango, acqua e terra.
 
Vista l'emergenza di questi giorni l'amministrazione comunale di Falcade ha rinviato la cerimonia a domenica prossima. Un destino straziante che riporta alla mente dei più anziani proprio quella sera del novembre del 1966 quando si alzò quel vento dalle tenebre di quell'inferno di pioggia e di neve ed un rombo squarciò il silenzio dell'alta valle del Biois facendo franare mezza costa dove era appollaiato una parte di quel villaggio. 
IL PRECEDENTE
Oggi la valle del Biois si ritrova a leccarsi ancora dopo 52 anni le ferite causate dal maltempo, anche se questa volta nonostante la violenza del fenomeno Falcade può dirsi più fortunato di altri comuni dell'Agordino dove questo evento calamitoso ha cambiato letteralmente la fisionomia di questi paesi. Mentre il sindaco è sul territorio a monitorare la situazione al Coc di Falcade, allestito nel municipio, il vice sindaco Gianni Ferrini fa il punto: «Purtroppo ancora una volta la furia di questo evento ci ha mandato indietro con la mente a 52 anni fa con la tragedia di Somor e abbiamo dovuto contare una vittima. Questo ha sconvolto e lasciato un segno indelebile in tutta la nostra comunità. Per quanto riguarda i danni abbiamo registrato problemi alla pista ciclabile sulla destra e sulla sinistra orografica del torrente Biois, in alcune parti è stata letteralmente inghiottita dalla furia delle acque. Con la pista ciclabile anche una parte della pista di sci nordico ha riportato notevoli danni. Dobbiamo ancora valutare lo stato dell'impianto di innevamento artificiale e dell'illuminazione, che non hanno superato indenni la forza degli elementi. Danni sono stati poi causati dal torrente Tegosa che ha lambito alcune case». 
LA VIABILITÀ
Non solo case e strtture nella conta dopo il disastro: «La viabilità secondaria, silvo-pastorale e dei sentieri, è tutta fuori uso. La fortuna ha voluto che proprio quest'estate - conclude Ferrini- a causa di un forte temporale che aveva causato qualche danno sono stati fatti alcuni interventi sul Rio Valbona, di pulitura dell'alveo e di alcune briglie che in questo caso sono state provvidenziali in quanto hanno scongiurato che si ripetesse quello che successe nel novembre 1966». 
Dario Fontanive 
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