Malata di tumore, torna dalla Francia per rivedere Belluno. Muore cantando "Su pei monti"

Sabato 29 Settembre 2018
Elisa e Carla De Min insieme a Belluno
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BELLUNO Lei aveva un anno, o poco più, e camminava appena. La sorella, nove e mezzo: un'eroina. Si tuffò nelle acque fredde del torrente Ardo dove la piccola era caduta. E la salvò. Oggi Carla De Min, 76 anni, torna indietro nel tempo. E rivede ciò che le hanno riportato: «Perchè è ovvio che non posso ricordare. Era il 1943, o forse l'inizio del 1944. La mia famiglia abitava nel quartiere di San Francesco, cioè quel gruppo di case che ora si vedono guardando giù dal ponte degli Alpini. Io stavo muovendo i primi passi e durante una passeggiata lungo il corso del torrente persi l'equilibrio, oppure inciampa»i. Chissà. Di fatto la bimba scivolò nell'acqua.

IL TUFFO NELL'ARDO Intorno tutti uscirono dalle abitazioni, gridavano, ma nessuno faceva niente. «Allora Elisa, che mi vedeva portare via dalle onde, si buttò. E riuscì ad acciuffarmi a valle, appena prima che arrivassi alle pale del mulino del Fol. Un attimo dopo è non sarei qui a raccontare». Questa la sintesi del racconto. A sentirsi un po' in colpa fu una signora, affezionatissima a Carla, che viveva al Fol. «Aveva detto a mia sorella che poteva mollarmi, per lasciarmi camminare da sola. Ma io ero ancora un frugolino». Sta di fatto che quella signora le regalò le bucole cadorine, i classici orecchini di un tempo. «Li ho ancora nel cassetto, in una scatoletta».

IL MATRIMONIO Elisa è morta il 16 settembre a Digione. «Tutti i De Min erano emigranti in Francia, per lavoro e per fuggire al fascismo. Dei sei fratelli solo mio papà Guerrino, muratore, era tornato a Belluno nel 1936 chiamato per andare in Abissinia. E dal 1947 fu bidello all'Iti Segato». Per il matrimonio di un cugino Elisa andò nel paese dove vivevano i parenti - Corpoyer la Chapell, a 40 chilometri da Digione - e lì conobbe un ragazzo francese. Si scrissero, lui venne a trovarla a Belluno. Dopo un po' si sposarono e lei si trasferì in terra di Borgogna. «Ma Belluno le rimase nel cuore, veniva tutti gli anni. A parte gli ultimi due, perchè in cura con le chemio».

LA MALATTIA Elisa si è ammalata di leucemia a 82 anni: «Ha lottato come un leone prima di cedere». Quando avvertì che la morte era vicina chiese di tornare a Belluno: «Ed ebbe la forza di affrontare nove ore di treno pur di rivedere le sue montagne». Così dal 15 al 20 agosto venne in città per salutare per l'ultima volta la sorella che tanti anni prima aveva salvato dalle acque. Elisa era già provata, si muoveva solo in sedia a rotelle. Per comodità prese alloggio all'Albergo Cappello. Si faceva accompagnare dal figlio ai giardini di piazza dei Martiri. Là Carla la raggiungeva. «Parlavamo, ricordavamo i vecchi morosi bellunesi, quelli suoi più che altro!»

LA CONFESSIONE Fu durante quei giorni di soggiorno nella sua Belluno che Elisa tirò fuori l'episodio che Carla aveva rimosso: «La mia caduta in acqua, il suo coraggio nel buttarsi per prendermi prima che le pale del mulino». Carla non ricorda nulla di quel bagno involontario: «Sta di fatto che io al mare non entro mai più in là del ginocchio perchè istintivamente, da sempre, ho paura dell'acqua». Elisa tornò in Francia: «Sapeva che sarebbe morta sono sempre parole di Carla - prima di partire mi disse: sono pronta». La salute, in effetti, peggiorò rapidamente. Tanto che a metà settembre i medici decisero di sedarla: «I miei nipoti mi hanno riferito un fatto straordinario. Poco prima di perdere conoscenza cominciò a cantare. Le sue ultime parole, insomma, furono, a detta dei figli su pei monti, su pei monti che noi saremo, coglieremo, coglieremo stelle alpine. E' un canto degli alpini, intitolato Sul cappello. Dopo poche ore chiuse gli occhi.

STORIA DI EMIGRAZIONE A far conoscere questa storia è stato un ricordo della zia Elisa postato, sulla pagina fecebook, dal nipote Giancarlo Garna, archeologo, figlio di Carla De Min. «Noi siamo una famiglia di migranti e non ci vergogniamo di esserlo, né ci vergogniamo delle nostre radici.
E per favore non fatemi facili battute su come eravamo bravi, sono stupidaggini, il buono o il cattivo sono in tutti i gruppi di migranti». La zia Elisa è tumulata nel piccolo villaggio dove riposano tutti i parenti De Min in Francia. «Praticamente quasi l'intera famiglia». Daniela De Donà
Ultimo aggiornamento: 1 Ottobre, 10:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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