«Siamo bellunesi, l’alluvione non ci piega»: si rimboccano le maniche e ripuliscono la gelateria

Domenica 18 Luglio 2021 di Alessia Trentin
La tempra degli emigranti bellunesi che non si abbattono di fronte all'alluvione

LA RINASCITA

BELLUNO - Abbattersi non appartiene alla gente di montagna. Tanto meno a quella nata in montagna ed emigrata all’estero. A pochi giorni dalla grande alluvione che ha colpito una parte della Germania, i gelatieri bellunesi sono già pronti a rimettersi dietro il bancone. Hanno pulito per giorno e notte, aiutati spesse volte dai dipendenti, hanno affondato i piedi nell’acqua alta quasi due metri, hanno temuto di perdere tutto e poi si sono rialzati più forti di prima. La Gelateria Fratelli Bortolot 1896 in tanti anni di attività ne ha viste almeno una decina di piene così. A condurla sono i figli di Fausto Bortolot presidente della Mig, Stefano e Dario. «Dopo pochi giorni la gelateria ha già ripreso il suo aspetto di sempre – commenta il padre, orgoglioso -, non è un miracolo ma la forza di volontà del personale e dei miei ragazzi. Tra pochi giorni potranno riaprire, io credo».

LA PAURA Il locale si trova a Cochem, una piccola cittadina della Renania – Palatinato, una località abituata alle piene della Mosella, il fiume che nasce in Francia e si butta nel Reno non dopo aver procurato qualche guaio ai territori che attraversa. Le sue piene sono note e nel villaggio tutti sono organizzati e sanno come affrontarle. Quando il livello dell’acqua sale allora scatta l’allarme e parte la corsa a mettere in salvo più oggetti possibili. «La cosa incredibile è che sia accaduto in questa stagione, non era mai successo – spiega Fausto Bortolot -, di solito avviene in inverno e in primavera nel periodo del disgelo. E poi la portata dell’evento, la quantità di acqua mi hanno detto i miei figli che era incredibile: in una notte sono scesi 250 litri di acqua per metro quadro». Il fiume nella sua veloce corsa è uscito dagli argini, ha travolto il villaggio ed è entrato anche nella gelateria Bortolot arrivando a coprire tutto per un metro mezzo da terra.

BELLUNESI DOC Un danno e un disagio mai visti prima, ma che non hanno scoraggiato i gelatieri né i loro dipendenti che, con stracci e olio di gomito, si sono messi al lavoro non appena l’acqua si è ritirata lasciando a terra fango e sporcizia. «Sappiamo bene com’è il fango delle piene – aggiunge il padre dei due imprenditori -, quando si secca non lo levi più, è importante pulire il più possibile quando è fresco e così hanno fatto i miei figli aiutati dal personale. Hanno sistemato tutto e a breve potranno riaprire. Cosa dire? Non vogliamo lamentarci, per noi il danno è stato decisamente poco rispetto a chi ha subito lutti e alle famiglie delle persone disperse». E ringrazia i figli Stefano, Dario e Luciana, e i nipoti Matteo, Alessandro e Mariachiara.

LA VICINANZA Iri sono arrivate anche le parole del presidente della Provincia Roberto Padrin: «Esprimo vicinanza e solidarietà alle persone colpite dall’alluvione in Germania. Molti sono bellunesi, nostri conterranei. Gelatieri con origini zoldane, cadorine, longaronesi, che hanno perso i loro laboratori artigianali, i loro locali, i macchinari per fare il gelato. Perdere tutto così, nel giro di poche ore, fa male. E in questi momenti la lontananza da casa si sente ancora di più. A loro va l’abbraccio grande della Provincia, nella certezza che i bellunesi sapranno ancora una volta rialzarsi, come hanno sempre fatto. Da parte mia anche un ringraziamento ai vigili del fuoco veneti che ancora una volta non hanno fatto mancare il loro aiuto, seppur in luoghi lontani da casa»

Ultimo aggiornamento: 19 Luglio, 10:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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