Pieve di Cadore. Elicottero - taxi: in tre anni 400mila euro di insoluti. Il consigliere Zanoni: «Bisogna far pagare subito»

Mercoledì 7 Giugno 2023 di Olivia Bonetti
Falco, l'elicottero del Suem 118 di Belluno

PIEVE DI CADORE (BELLUNO) - Elicottero taxi? In tre anni fatture per 1,3 milioni di euro, ma il 30% non paga e il recupero crediti è un’impresa quasi impossibile. Il caso sollevato nell’agosto scorso dal Gazzettino, è stato al centro di una interrogazione del consigliere regionale del Pd Veneto, Andrea Zanoni, che ha ottenuto una risposta scritta dalla giunta regionale, in cui vengono forniti i dati che danno una fotografia di quanto accaduto negli anni 2020, 2021, 2022. «Ammontano a 404mila euro - fa sapere il consigliere Zanoni - i mancati introiti registrati nel triennio 2020-2022, derivanti dal pagamento degli interventi di soccorso nelle montagne venete da parte di chi viene salvato.

Un buco pari al 30% del fatturato totale e che vede insolventi tanto i cittadini italiani (per oltre 141mila euro) quanto quelli esteri (per quasi 263mila euro). Un problema che va urgentemente risolto». 

Il recupero crediti

La Regione ha spiegato che «per il recupero delle insolvenze nei confronti dei cittadini italiani è stato mandato un sollecito e in caso di mancato pagamento, la riscossione sarà affidata a una società di recupero crediti individuata con apposita gara». Per gli stranieri invece «è stato inviato sollecito con raccomandata A/R per l’estero e in caso di mancato pagamento si valuteranno tutte le possibili opzioni per il recupero del dovuto compatibilmente con i costi che tale procedura comporta». L’esponente dem sottolinea che «dalla risposta della Giunta emerge una sostanziale impossibilità di procedere al recupero dei crediti. Per quanto riguarda gli italiani viene annunciato che verrà indetta una gara per incaricare una società di riscossione. Cosa che lascia perplessi perché era lecito attendersi fosse già stata fatta». Zanoni ritiene «necessario rivedere i meccanismi di pagamento. Questo prevedendo in primis di imporre un versamento immediato, almeno parziale rispetto al totale ma comunque sostanzioso. In questo modo si riuscirebbe a limitare i danni e a sconfiggere questa forma di evasione».

I costi

Va ricordato che per gli interventi non sanitari in montagna, ovvero in assenza di ricovero si paga l’uso dell’elicottero da 86,76 al minuto, fino a un massimo di 7.500 euro. Con sole squadre a terra la spesa è di 200 euro per ciascuna squadra (fino a tre soccorritori), ai quali vanno sommate 50 euro per ogni ora aggiuntiva di operazioni oltre la prima per ciascuna squadra, fino a un importo massimo di 1.500 euro. La giunta rileva nella risposta che nonostante gli insoluti (per l’esattezza il 30,48%) «le tariffe applicate agli utenti (diverse per i cittadini italiani, residenti in Veneto e cittadini stranieri) tengono in considerazione i costi complessivi del servizio e in ogni caso gli importi incassati dall’Azienda coprono interamente i costi vivi sostenuti per le ore di volo dell’elicottero necessarie per l’esecuzione delle missioni in oggetto».

I dati

I dati riportano che nel 2020 sono arrivate fatture per l’elicottero a italiani per euro 360.777,00, stranieri per euro 247.844,00 (totale 608.621,00) Nel 2021: italiani euro 141.783,00, stranieri euro 174.620,00, totale 316.403,00. Nel 2022: italiani euro 275.042,00 stranieri euro 125.225,00 totale 400.267,00. Del totale di 404.630,00 euro di insoluti 262.946,00 euro sono dovuti da escursionisti stranieri (il 65% del totale). «Relativamente alle insolvenze degli stranieri (per il 30% provenienti dalla Germania) la sensazione - prosegue Andrea Zanoni - è che si alzi bandiera bianca. Infatti viene spiegato che per il recupero mancato anche dopo sollecito verrà valutato il costo delle procedure da attivare. Come a dire che non conviene».

Gli interventi

«Si tratta di interventi del Soccorso Alpino e Speleologico che, quando il trasportato risulta illeso, sono a carico totale dell’utente - ricorda in conclusione il consigliere dem -. Le cause che determinano l’esigenza di soccorso sono dovute a cadute (36,2%), perdita di orientamento (28%) o malori (11,5%). Mentre, per quanto riguarda le attività in cui erano impegnate le persone soccorse, balza in testa l’escursionismo (50%), seguito da alpinismo, sci in lista ferrate e mountain bike, voci comprese tutte tra l’8 e il 6%».

Ultimo aggiornamento: 8 Giugno, 07:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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